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Diego Rivera | Social Realist painter / muralist


Considered the greatest Mexican painter of the twentieth century, Diego Rivera (1886-1957) had a profound effect on the international art world.
Among his many contributions, Rivera is credited with the reintroduction of fresco painting into modern art and architecture.
His radical political views and tempestuous romance with the painter Frida Kahlo were then, and remain today, a source of public intrigue.


In a series of visits to America, from 1930-1940, Rivera brought his unique vision to public spaces and galleries, enlightening and inspiring artists and laymen alike.
Rivera remained a central force in the development of a national art in Mexico throughout his life.
Perhaps one his greatest legacies, however, was his impact on America’s conception of public art.
In depicting scenes of American life on public buildings, Rivera provided the first inspiration for Franklin Delano Roosevelt’s WPA program.
Of the hundreds of american artists who would find work through the WPA, many continued on to address political concerns that had first been publicly presented by Rivera.
Both his original painting style and the force of his ideas remain major influences on american painting.




















RIVERA, Diego - Pittore Messicano, nato a Guanajuato l'8 dicembre 1886, morto a Città del Messico il 25 novembre 1957.
Iniziati assai presto gli studî artistici all'accademia di San Carlos a Città di Messico, si dimostrò fin d'allora insofferente del tradizionalismo accademico.
Un primo viaggio in Europa nel 1907-10 lo portò in Spagna, poi in Francia e, attraverso il Belgio e l'Olanda, in Inghilterra, dove lesse gli scritti di Marx.
Tornato per breve tempo in patria, v'imparò la tecnica dell'encausto. In questo periodo prese parte attiva ad una rivoluzione.
Durante un secondo lungo soggiorno in Europa (1921-22) sostò ripetutamente a Parigi dove conobbe Picasso e gli altri pittori d'avanguardia e si recò tra l'altro, in Italia dove, a Padova, fu particolarmente colpito dagli affreschi di Giotto.


Si andava così maturando la sua vocazione di pittore murale e di propagatore di un messaggio nazionale e sociale: due aspetti, questi, tanto strettamente legati e fusi nella sua personalità, che Rivera, dal suo rientro in Messico nel 1922, non concepì più un'arte che non avesse un'ispirazione politico-sociale; e d'altra parte, può dirsi che la rivoluzione messicana abbia trovato nell'arte di Rivera uno dei più efficaci mezzi di propaganda.
La grandiosa rinascita artistica operata in Messico dall'attività di frescanti di Rivera, di J.C. Orozco e di D.A. Siqueiros, non è che un aspetto della rivoluzione stessa.


Se l'esasperata plasticità è carattere comune ai tre artisti in quanto necessaria alla loro aspirazione a una forma monumentale e al loro desiderio di parlare al popolo, il tono di Rivera si distingue soprattutto per un senso epico della narrazione che vuole esaltare le vicende antiche e moderne del popolo messicano e che talvolta, gonfiandosi di oratoria magniloquente, appesantisce le composizioni.


Si citano fra le sue più importanti decorazioni murali quella ad encausto della Escuela Nacional Preparatoria a Città del Messico (terminata nel 1922); gli affreschi per la Secretaría de Educación Pública a Città di Messico (1923-28); quelli per la Escuela Nacional de Agricultura a Chapingo (1924-27); per la loggia del Palacio de Cortés a Cuernavaca (Morelos) con scene della vita di H. Cortés, della rivolta dei contadini, ecc. (1929); per la California School of fine arts in San Francisco; per l'Institute of Arts a Detroit; per il Rockefeller Center a New York (asportati dalle autorità perché includevano il ritratto di Lenin); per la New Workers School a New York; per il Palacio de Belles Artes a Città di Messico, con Scene della recente storia messicana e Esaltazione dei tre capi della rivoluzione agraria (1942-47); per l'Instituto Nacional de Cardiología a Città di Messico; per l'Instituto Mexicano del Seguro Social a Città di Messico, 1953 ecc.


Sono da ricordare inoltre alcune decorazioni a mosaico, come quella, originalissima in pietra naturale, accompagnata da grandi rilievi, del bacino di raccolta delle acque del fiume Lerma a Città di Messico e quella, sempre nella stessa città, sulle pareti esterne dello stadio della città universitaria.
Molto vasta è stata anche la produzione di cavalletto che, oltre ai temi consueti, ha anche trattato talvolta la natura morta, il paesaggio, ma soprattutto il ritratto (di ritratti sono ricche anche le decorazioni ad affresco): si conserva, in molte collezioni pubbliche e private soprattutto statunitensi e messicane - New York, Mus. of Modern Art; Filadelfia, Pennsylvania Museum; Los Angeles, County Museum; San Francisco, Museum of Art; Città di Messico, Museo Nazionale d'arte plastica, ecc..


Si deve anche a Rivera il progetto della cosiddetta Piramide, in lava nera, costruita nella valle Pedregal, di fronte alle porte di Città di Messico, e decorata con mosaici in pietre naturali. destinata ad ospitare nei suoi tre piani la collezione archeologica messicana raccolta da R. stesso.
Ha eseguito anche litografie (ispirate spesso ai suoi affreschi) ed illustrazioni (C. Beals, Mexican maze, Filadelfia 1933; G. Chase e M. Tyler. Mexico; a study of two Americas. New York 1933; B. D. Wolfe, Portrait of America, ivi 1937; ecc.).


Nel 1934 Rivera era divenuto professore al Collegio Nac. di Città di Messico; nel 1956 divenne membro corrispondente dell'Accademia tedesca d'arte di Berlino.
Presente in molte esposizioni, collettive e personali, in Messico e negli S. U. A., la sua arte venne fatta conoscere in Italia attraverso le 17 opere esposte nel padiglione messicano della XXV Biennale (1950), che nella sua successiva edizione (1952) espose ancora 4 quadri di Rivera. | © Treccani, Enciclopedia Italiana.