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Charles Bukowski | Che cosa diranno i vicini?

I miei genitori erano sempre dietro a
chiederlo,
naturalmente non mi importava un fico di
che cosa diranno i vicini.
mi facevano pena i vicini,
codardi che spiavano da dietro le
tendine.

Waldemar J. Marszałek

Waldemar J. Marszałek

l'intero quartiere si spiava
addosso
e negli anni trenta non c'era molto
da vedere,
eccetto me che tornavo a casa ubriaco
a tarda notte.

"finirai per uccidere tua madre",
diceva mio padre,
"e inoltre che cosa diranno
i vicini?"

Waldemar J. Marszałek

quanto a me pensavo di comportarmi
assai bene.
in un modo o in un altro
riuscivo a ubriacarmi
senza avere in tasca
il becco di un quattrino.

un trucco che mi sarebbe tornato
molto comodo
più avanti
negli anni.

a peggiorare le cose per i miei poveri
genitori
cominciai a scrivere lettere al direttore
di un giornale a larga tiratura,
che, per lo più, venivano pubblicate
e sostenevano tutte
cause impopolari.

"che cosa diranno i vicini?"
chiedevano i miei
genitori.

Waldemar J. Marszałek

ma le lettere producevano risultati
interessanti - messaggi minatori,
incluse minacce di morte a mezzo posta.
inoltre mi misero in contatto
con certa gente stramba
convinta che io credessi a
tutto quello che scrivevo.

Waldemar J. Marszałek

Waldemar J. Marszałek

ci furono incontri segreti
in cantine e solai,
c'erano pistole,
patti,
discorsi.
quelli erano i posti
dove scroccavo da bere.

Waldemar J. Marszałek

Waldemar J. Marszałek

a molte di quelle assemblee
partecipavano i razzisti,
giovanotti tra
i 17 e i 23 anni.
"non vogliamo che i neri
ci fottano le donne!

Waldemar J. Marszałek

Waldemar J. Marszałek

devono morire!"
sfortunatamente
di donne
io non ne fottevo
proprio.
tutti gli incontri iniziavano
con il saluto sull'attenti
alla bandiera
che io giudicavo
dannatamente
infantile.

Waldemar J. Marszałek

Waldemar J. Marszałek

ma la maggior parte di quei giovanotti
venivano da famiglie
perbene
e dopo le assemblee
io bevevo con loro.
bevevo più che potevo
mentre blateravano.
non ho mai aperto bocca
ma non sembravano seccati.
ricordavano le mie lettere
e non sospettavano che
fossero un trucco.

Waldemar J. Marszałek

non ero un essere umano
decente,
ma certo non ero in combutta
con ideologie
o gruppuscoli.

Waldemar J. Marszałek

mi ripugnava
l'intera idea della vita
e degli uomini
ma era più facile
scroccare
da bere
ai razzisti
che alle vecchiette
nei bar:
"non credo che tu
sia davvero mio figlio",
disse mio padre.

Waldemar J. Marszałek

"che cosa diranno
i vicini?" disse
mia madre.

Waldemar J. Marszałek

Poveri dannati patrioti pazzi illusi.
Dopo che mi cacciarono
di casa
gliela diedi su
alle assemblee
e andai a vivere da me
in una catapecchia a
Bunker Hill.

Waldemar J. Marszałek

e i miei genitori non dovettero
più preoccuparsi
di cosa avrebbero detto
i vicini.

Waldemar J. Marszałek

Waldemar J. Marszałek