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Leonardo Bistolfi | Symbolist sculptor

Leonardo Bistolfi (1859-1933) was an Italian sculptor, an important exponent of Italian Symbolism. Bistolfi was born in Casale Monferrato in Piedmont, north-west Italy, to Giovanni Bistolfi, a sculptor in wood and to Angela Amisano.
In 1876 he enrolled in the Brera Art Academy in Milan, where his teacher was Giosuè Argenti. In 1880 he studied under Odoardo Tabacchi at the Accademia Albertina in Turin.


His first works Le lavandaie "The Washerwomen", Tramonto ‘Sunset’, Vespero ‘Evening’, Boaro ‘Cattle-hand’, Gli amanti ‘The Lovers’, executed between 1880 and 1885, show the influence of the Milanese Scapigliatura. In 1882 he sculpted L'Angelo della morte ‘The Angel of Death’ for the Brayda tomb in the Turin cemetery known as the Cimitero Monumentale, and in 1883 he produced a bust of the painter Antonio Fontanesi for the Accademia Albertina: these works show a turn towards Symbolism which the artist was never to abandon.

From this time until 1914 Bistolfi produced many busts, medals and portraits of prominent figures including the Piedmontese painter Lorenzo Delleani, the kings of Italy Vittorio Emanuele II and Umberto I, the criminologist Cesare Lombroso, the writer Edmondo De Amicis, and the publisher and journalist Emilio Treves.
In the early 1890s he was made an honorary member of the Accademia Albertina and became secretary of the Circolo degli Artisti ‘Artists’ Circle’.
In 1892 he began a two-year task of decorating Chapel XVI of the Sacro Monte di Crea, one of the Sacri Monti of Piedmont and Lombardy which are recognised as UNESCO World Heritage Sites. In 1893 he married Maria Gusberti.
Also during the years 1892–1908 Bistolfi executed numerous funerary monuments (statues and reliefs), including the memorial plaque for André Gladis.
In 1902, along with Davide Calandra, Giorgio Ceragioli, Enrico Reycend and Enrico Thovez, he founded the magazine L'arte decorativa moderna ‘Modern Decorative Art’. During the years 1895–1905 he exhibited at a number of editions of the Venice Biennale.
In 1906 he produced a monument to the painter Giovanni Segantini La bellezza liberata dalla materia (‘Beauty liberated from matter’) known also as L'alpe ‘the Alp’, which is conserved at the Galleria Nazionale d'Arte Moderna in Rome. For the Monument of Vittorio Emanuele II in Rome Bistolfi produced the marble group Il sacrificio ‘Sacrifice’.
In 1923 he was made a Senatore del Regno (Senator of the Kingdom).
In 1928 Bistolfi produced the Monumento ai Caduti (war memorial) for Casale Monferrato.
Bistolfi died at La Loggia, in the province of Turin, on 2 September 1933. He was interred in the cemetery of Casale Monferrato.


His work is exhibited at La Loggia, at the Musée d'Orsay in Paris, at the The National Museum of Western Art in Tokyo, and at the Galleria d'Arte Moderna in Turin. The largest collection, however is at the Gipsoteca “Leonardo Bistolfi” in Casale Monferrato, where more than 170 of his works are on display in five rooms. These include drawings and sketches as well as works and bozzetti in terracotta, plasticine, and gesso and some sculptures in marble and bronze.
Sculpture by Bistolfi is also to be found in the Cimitero monumentale di Staglieno of Genoa, a town where his influence was seen in the work of a number of sculptors, particularly those specializing in funerary art.




































Leonardo Bistolfi nasce il 15.03.1859 a Casale Monferrato dal Giovanni Bistolfi, di professione scultore, e da Angela Amisano. A seguito della morte prematura del padre, L.B. vive con la madre, i nonni materni e lo zio Evasio, di professione pittore.
Ottiene una borsa di studio dal Comune per le capacità artistiche dimostrate e nel 1876, si iscrive all'Accademia di Brera a Milano, dove frequenterà prima i corsi di disegno, poi quelli di scultura, con Giosuè Argenti, condividendo il clima artistico con Segantini, Previati e Sottocornola.
Passò nel 1880 a Torino, all'Accademia Albertina per seguire l'insegnamento di Odoardo Tabacchi. Nel 1881 aveva già aperto a Torino, dove sarebbe sempre rimasto, un piccolo studio di scultura (nel mentre praticava per proprio diletto la pittura, specie il paesaggio, attività che avrebbe continuato a coltivare sporadicamente per tutta la vita).
La prima commissione impegnativa di cui si abbia notizia è quella per la tomba Brayda al Cimitero Monumentale di Torino, L'Angelo della morte, compiuto nel 1882. Nel frattempo l'artista aveva realizzato una serie di piccole sculture veristiche, cui si sarebbe dedicato per poco più di un lustro (Le lavandaie 1881, Tramonto 1883, Vespero e Boaro 1885). Esse rispondevano a una diffusa inclinazione del momento, ma la loro particolare spregiudicatezza antiaccademica non incontrò il favore della cultura ufficiale: Le lavandaie fu rifiutato alla Promotrice del 1881 ed esposto dall'artista, polemicamente, nelle vetrine di un negozio cittadino.
A questa produzione giovanile appartiene anche un gruppo statuario di più vasto impegno, Gli Amanti (1983 - 1884) dove è evidente l'educazione scapigliata dello scultore (L'opera è esposta nella Gipsoteca L. Bistolfi - Museo Civico di Casale Monferrato).
Con il Busto di Fontanesi del 1883 per l'Accademia di Belle Arti di Torino, L.B. avviava una fortunata attività di ritrattista-commemorativo che avrebbe proseguito tutta la vita, rispondendo alla propria vocazione e determinazione di farsi interprete dei sentimenti corali e di assurgere al ruolo di cantore delle memorie civili del paese. Sono numerosissimi i busti, le medaglie e i ritratti di diversi personaggi illustri che egli compì soprattutto fino al 1914 (si ricordano: Lorenzo Delleani, Urbano Rattizzi, Gustavo Modena, Vittorio Emanuele II, Umberto I, Cesare Lombroso, Vittorio Bersezio, Edmondo De Amicis, Emilio Treves; nel 1923 disegno una medaglia per Mussolini).
Nel 1888 aveva partecipato al primo di una serie di concorsi per monumenti celebrativi o commemorativi, che lo videro per alcuni anni soccombente: quello per il monumento milanese a Giuseppe Garibaldi, vinto da Ximenes (il bozzetto di Bistolfi è tradotto in bronzo e offerto al Comune grazie ad una sottoscrizione organizzata da alcuni artisti milanesi); quello per il monumento equestre al Principe Amedeo di Savoia, promosso dalla città di Torino, che sarà vinto da Davide Calandra; nel 1895 ebbe un riconoscimento ufficiale ma non la palma nel concorso per il monumento alla famiglia Cairoli in Pavia. L'inizio degli anni novanta è comunque un periodo carico di riconoscimenti: viene nominato membro onorario dell'Accademia Albertina di Torino e segretario del Circolo degli Artisti. Inizia a frequentare il circolo dello psichiatra Cesare Lombroso, dove conosce la figlia che diverrà il critico più attento dell'opera bistolfiana.
Nel 1893 sposa a Torino Maria Gusberti.
Tra il '92 ed il '94, decora la XVI cappella del santuario di Crea, proponendovi, in un contorno di affreschi da lui stesso eseguiti, una serie di statue in gesso dipinte secondo la tradizione della scultura popolare nel Sacri Monti.
Con La Sfinge per la tomba Panza di Cuneo (1892) Bistolfi aveva iniziato la produzione di monumenti funerari - statue, rilievi - ai quale avrebbe legato in particolare la sua fisionomia artistica, che gli avrebbero procurato una notevole fama e sarebbero in seguito stati oggetto di contrastanti giudizi critici. I più noti e significativi furono compiuti sino al 1905 (tomba Grandis a Borgo S.Dalmazzo, tomba Vochieri a Frascarolo Lomellina, tomba Durio a Madonna di Campagna - poi trasferita al Cimitero generale di Torino - tomba Cairati Vogt al Monumentale di Milano, tomba Heirschel-De Minerbi a Belgirate presso Como, tomba Bauer e tomba Orsini a Genova - Staglieno).
Nel 1902 aveva fondato con Calandra, Ceraioli, Reycend e Thovez il periodico torinese "L'arte decorativa moderna".
Presente alla Biennale di Venezia fin dalla prima edizione (1895) e poi per altre cinque, nel 1905 vi ottenne una personale ed il premio per la scultura. Sempre nello stesso anno la sua mancata chiamata a coprire la cattedra di scultura all'Accademia Albertina di Torino, resa vacante dalla morte del Tabacchi, suscitò varie polemiche, essendo il Bistolfi ormai considerato il massimo scultore italiano vivente. Nel 1907, nominato membro della commissione per il Vittoriano di Roma, si dimise con Benedetto Croce, Ludovico Pogliaghi e Corrado Ricci per protestare contro il progetto di rappresentare nel fregio del monumento soggetti storici e non allegorici. (per il Vittoriano egli preparava negli anni immediatamente successivi, il gruppo marmoreo con Il Sacrificio).
Nel 1906 aveva intanto realizzato il monumento a Segantini e nel 1908 il Comune di Bologna gli affida, con la motivazione "per chiara fama", la realizzazione del monumento a Giosuè Carducci, che sarebbe stato eseguito soltanto nel dopoguerra e inaugurato nel 1928.
Nel 1913 partecipò anche alla prima mostra della Secessione romana con il gesso della tomba Il letto di rose; nello stesso anno viene inaugurato a Brescia, il monumento a Cavour; nel 1918 il barone giapponese Kojiro Matsukara gli commissiona la replica in marmo di sei opere tra cui la prima traduzione del gesso Gli amanti.
Opera conclusiva dell'artista è da ritenersi il Monumento ai Caduti del 1928 situato nella nativa Casale Monferrato.
Nel 1923 Bistolfi è nominato Senatore del Regno. | © Sito del Comune di La Loggia, Torino (IT)