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Louis Anquetin | Cloisonnism painting style


French painter Louis Anquetin (1861-1932) was a contemporary of Vincent van Gogh and a celebrated painter in his own right, known for working in the Cloisonnism style.
Anquetin was born in Étrépagny, France and educated at the Lycée Pierre Corneille in Rouen. In 1882, he came to Paris and began studying art at Léon Bonnat's studio, where he met Henri de Toulouse-Lautrec. The two artists later moved to the studio of Fernand Cormon, where they befriended Émile Bernard and Vincent van Gogh.


In Paris, he was a part of a group of artists that included stalwarts like Vincent van Gough, Paul Gauguin, Henri de Toulouse-Lautrec, Emile Bernard and Georges Seurat.
His early work was heavily influenced by 'Impressionism' but later, along with Bernard, developed a new method of painting called Cloisonnisme that quickly gained him the reputation of an innovator in the Paris art scene. Anquetin never stayed put with any style and throughout his career, he experimented with different styles. This may partly be due to his innovative nature and restless spirit.
During his later life, he was largely out of the art scene and after his death, he was nearly forgotten. However, in recent years his works have seen an uprise in interest, particularly his paintings of the mysterious women of the night, a subject that he worked on when he was in Rome.

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Around 1887, Anquetin and Bernard developed a painting style that used flat regions of color and thick, black contour outlines. This style, named Cloisonnism by critic Edouard Dujardin, was inspired by both stained glass and Japanese ukiyo-e. One example of this can be seen in Avenue de Clichy: Five O’Clock in the Evening, argued by Dr. Bogomila Welsh-Ovcharov as being inspiration for Van Gogh's famous Cafe Terrace at Night.
He eventually fell from the public's eye after abandoning the modern movements, opting instead to study the methods of the Old Masters. Thus, Anquetin's works following the mid-1890s, such as Rinaldo and Armida, were especially Rubensian and allegorical in nature.
In 1907, he met Jacques Maroger, a young artist who shared his interest, with whom he collaborated. Later in life, Anquetin wrote a book on Rubens, which was published in 1924. He died in Paris.















Louis Anquetin (1861-1932) è stato un pittore Francese. Louis Anquetin nacque in una famiglia di macellai benestanti. Attirato assai presto dal disegno, dopo il diploma al liceo Corneille di Rouen e il servizio di leva, convinse i genitori a sostenere la sua vocazione artistica. Si trasferì così a Parigi e nel 1882 entrò dapprima nell'atelier di Léon Bonnat, per passare un anno dopo nello studio di Fernand Cormon, dove restò per quattro anni.
Anquetin si trovò a vivere l'inizio del periodo delle grandi innovazioni, entrando in contatto con i più famosi protagonisti, in una Parigi che era un crogiolo di idee nuove, culla dell'arte moderna e di tutti i suoi futuri sviluppi. La sua carriera iniziò infatti a fianco di artisti d'avanguardia, come Van Gogh, Toulouse-Lautrec e Émile Bernard di cui divenne particolarmente amico.
Conobbe Monet e, nel 1885, "scoprì" l'Impressionismo.
Frequentò Seurat e apprese la tecnica del Divisionismo. Nel frattempo esponeva, con Lautrec e Bernard, nei ritrovi e nei caffè, come il Café du Tambourin, in Boulevard de Clichy.


Nel 1887 incontrò Signac e, con Émile Bernard, ne seguì le orme sulla via del Divisionismo - Puntillismo. Poi, una serie di osservazioni sugli effetti cromatici, nonché un continuo ripensamento delle varie teorie, lo spinsero a prendere in considerazione le idee di Édouard Dujardin, di segno opposto a quelle divisioniste. Lo stesso Dujardin, vedendo le opere di Anquetin esposte al Salon degli Indipendenti del 1888, attribuì pubblicamente a lui la paternità del "Cloisonnisme". Anquetin conobbe allora un periodo di grande popolarità.
L'anno seguente le sue tele, come quelle di molti altri, vennero respinte dalla commissione per l'Esposizione Universale di Parigi del 1889. Anquetin si trovò così fra coloro che si definirono "i rifiutati" e con loro espose al Caffè Volpini che si trovava comunque nel recinto dell'Expo. I suoi quadri comparvero a fianco di quelli di Paul Gauguin, Charles Laval, Émile Bernard, Émile Schuffenecker, Charles Filiger ed altri. Ricevette persino un elogio esplicito da parte di Felix Fénéon.
Era quella, senza dubbio, una felice stagione di transizione, e quindi di grandi fervori, di contrasti e di entusiasmi, di un intenso fiorire di idee e teorie. Mentre il mondo dell'arte accademica moriva, da mille esperienze nasceva l'arte moderna. Anquetin forse ne fu schiacciato. In quegli anni, assieme a Lautrec, divenne un assiduo frequentatore del Moulin Rouge.


Sentì il bisogno di rifarsi ad una realtà più concreta. Smise di esporre e si dedicò alla ricerca, sia sulla composizione chimica e la preparazione dei colori, sia sull'anatomia, frequentando il laboratorio del professor Arroux.
Nel 1894, in compagnia di Lautrec e di Joseph Albert fece un viaggio nei Paesi Bassi. Al ritorno il suo stile si addolcì, divenne più conciliante, in un tentativo di recuperare la chiarezza di una seppur contenuta classicità. È probabile che su di lui abbia influito l'opera di Rubens i cui lavori aveva avuto modo di apprezzare pienamente in terra fiamminga.
Divenne amico di Paul Fort, di Stuart Merrill, di Pierre Margueritte e di Armand Point.
A 45 anni, nel 1906, Anquetin sposò Berthe Coquinet, vedova di un ufficiale. Prese alloggio in una bella casa, circondato dai suoi allievi, cui raccomandava sempre, ma con scarso successo, "un ritorno al mestiere", cioè un recupero delle tecniche pittoriche classiche e di impostazione dei quadri. Dal 1908-1921 s'impegnò con la Manifattura dei Gobelins e con quella di Beauvais, per le quali produsse numerosi cartoni per tappezzerie. Ridusse la produzione di quadri e fece parte di gruppi anarchici della cerchia di Zo d'Axa, Jean Grave e Octave Mirbeau. Scrisse sui loro giornali e sposò cause non sempre convincenti. Forse tutto ciò lo allontanò dai tanti amici.
Nell'agosto del 1932 Louis Anquetin morì, dimenticato quasi da tutti.
Duranti i suoi ultimi giorni Émile Bernard, l'amico di sempre, gli fece visita e lo ritrasse in un disegno commovente. Dopo la sua scomparsa Bernard scrisse dietro il ritratto questa dedica: "A Louis Anquetin, a testimonianza della mia più profonda ammirazione".