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Gustave Moreau | Symbolist painter


Gustave Moreau,  (born April 6, 1826, Paris, France-died April 18, 1898, Paris), French Symbolist painter known for his erotic paintings of mythological and religious subjects.
The only influence that really affected Moreau’s development was that of his master, Théodore Chassériau (1819-56), an eclectic painter whose depictions of enigmatic sea goddesses deeply impressed his student. In the Salon of 1853 he exhibited Scene from the Song of Songs and the Death of Darius, both conspicuously under the influence of Chassériau.




Moreau’s Oedipus and the Sphinx (1864) and his The Apparition (Dance of Salome) (c. 1876) and Dance of Salome (c. 1876) show his work becoming increasingly concerned with exotic eroticism and violence, and his richly crowded canvases made greater use of dramatic lighting to heighten his brilliant, jewel-like colours. His last work, Jupiter and Sémélé (1896), is the culmination of such tendencies. Moreau’s art has often been described as decadent. He made a number of technical experiments, including scraping his canvases; and his nonfigurative paintings, done in a loose manner with thick impasto, have led him to be called a herald of Abstract Expressionism.



Moreau succeeded Elie Delaunay as professor at the École des Beaux-Arts, and his teaching was highly popular. He was a very influential teacher of some of the artists of the Fauve movement, including Matisse and Rouault. At his death, Moreau left to the state his house and about 8,000 works, which now form the Musée Gustave Moreau in Paris. | ©2015 Encyclopædia Britannica, Inc
























































































Gustave Moreau (Parigi, 6 aprile 1826 - Parigi, 18 aprile 1898) è stato un pittore Francese. Fu precursore di Simbolismo e Surrealismo. Gustave Moreau (Parigi, 6 aprile 1826 - Parigi, 18 aprile 1898) è stato un pittore francese. Fu precursore di Simbolismo e Surrealismo.
Gustave Moreau nacque nel 6 aprile 1826 a Parigi da Louis Moreau e Pauline Desmontiers. Il primo, architetto di influenze neoclassiche, offrì al giovane figlio un'ampia biblioteca costituita da opere di gran pregio, dove il giovane Gustave esplorò i capolavori della letteratura occidentale (tra i quali Ovidio e Dante Alighieri), i grandi trattati dell'architettura (Vitruvio e Leon Battista Alberti) e i trattati pittorici di Leonardo da Vinci e Winckelmann. La madre invece, devota al suo unico figlio, gli trasmise la passione per la musica.
Dopo essersi avviato negli studi superiori con scarsi risultati nel Collegio Rollin, ottenne nel 1844 il baccalaureato dopo essersi preparato privatamente. Vari studiosi intravedono già nell'adolescenza di Gustave i segni di una personalità schiva e restia alle interazioni sociale, manifestando i primi sentori di un carattere fragile e ombroso che sfocerà poi nella sua arte. Era infatti già emersa la passione per il disegno, sviluppata poi nella bottega di Francois Picot. Quest'ultimo lo introdusse alla pittura storica e soprattutto italiana, spingendolo ad eseguire minuziose copie degli artisti cisalpini esposti al Museo del Louvre. Ammesso nel '46 alla Scuola delle Belle Arti, non riuscì mai a conseguire il Grand Prix de Rome, cosa che lo portò nel 1849 ad abbandonare l'istituto rifiutando per sempre la canonica e convenzionale arte accademica.
Si appassionò dunque alle opere di Theodore Chasseriau, artista dotato nel disegno e a sua volta seguace dei due grandi artisti romantici francesi, Ingres e Delacroix; proprio quest'ultimo segnò un'altra tappa nella bildung artistica di Moreau, essendo ispirate a Delacroix le opere di Gustave dal 1850 fino al viaggio in Italia. La maturazione artistica, poetica e personale dell'artista non però era ancora giunta a compimento. Egli visse una gioventù degna di un ricco erede, partecipando ed esibendosi canoramente nei salotti parigini, assistendo alle esibizioni ippiche tanto apprezzate dell'élite del tempo, ma sottraendosi alle luci della ribalta e a quella necessità di anticonformismo rispetto alla plebe tipica del dandismo di Baudelaire, Byron, Poe.

Per completare la propria maturazione artistica Moreau intraprese dunque nel 1857 il proprio grand tour, recandosi in Italia, ricopiando opere in tutta Roma, visitando Firenze e poi Venezia, dove rimase affascinato dai dipinti di Vittore Carpaccio dai quali poi trarrà spunto per le proprie Chimere. In questo viaggio strinse una solida amicizia con un giovane Edgar Degas e Pierre Puvis de Chavannes.
Rientrato a Parigi il successo non tardò ad arrivare: nel Salon del 1864 espose "Edipo e la Sfinge" che riscosse riscontri positivi nella critica, per poi consacrarsi negli anni successivi perfezionando il proprio stile: il segno si fa più netto e preciso ed il colore risplende in bagliori di smalto mentre il chiaroscuro sfuma in ombre dorate; vengono riprese così le teorie coloristiche di Delacroix e gli studi chimici di Michel Eugène Chevreul.
Nel 1870 inizia a produrre una serie di quadri rappresentati Salomè, la principessa giudaica che incantò il re Erode con il proprio danzare, culminanti nell'Apparizione. Con tali opere si guadagnerà l'appellativo di pittore delle Salomè.
Da questo momento le sue composizioni si fanno sempre più complesse, inglobando elementi eterogenei per creare un clima mistico e allo stesso tempo sensuale. Il mito e la storia si fondono in modo suggestivo, in cui il naturalismo quasi scientifico del dettaglio, appare marginale rispetto alla stupefacente fantasia dell'insieme. Esempi di queste trasfigurazioni fantastiche sono le illustrazioni per le favole di Jean de La Fontaine (eseguite tra il 1881 e il 1885) e grandi dipinti come le Chimere (definite dallo stesso autore un decamerone satanico) o Giove e Semele, quadro dal gusto esotico e dai colori vivaci.
A partire dal 1886 si dedica con assiduità agli schizzi ad olio e agli acquerelli, in cui risaltano, ora espresse con grande libertà stilistica, le sue già notevoli qualità di colorista, ormai libero da vincoli formali e compositivi, dando ora maggior sfogo alla sua fantasia.
Nel 1891 è nominato professore all'Accademia di belle arti di Parigi e ha tra i suoi allievi molti dei futuri esponenti del movimento dei fauves, tra cui Henri Matisse, Pierre-Albert Marquet e Georges Rouault.
Moreau muore a Parigi il 18 aprile 1898 ed è sepolto nel cimitero di Montmartre, che diventerà poi il tradizionale cimitero degli artisti parigini. La maggior parte delle sue opere sono conservate in quella che fu la sua dimora parigina ed è, dal 1902, il Museo Gustave Moreau.
Moreau è interessato più a rendere un'idea per mezzo dell'immagine che a visualizzare un'immagine fine a se stessa; in questo la sua pittura anticipa l'immaginazione degli artisti legati al simbolismo, che vedranno in lui un precursore del loro movimento. I simbolisti rappresentano un ramo della cultura decadente formatasi in quella frangia di intellettuali contrari alla superficialità ed al materialismo imposti dalla cultura e dalla mentalità della classe dominante della seconda metà dell' '800, la borghesia. Il decadente, e in particolare il simbolista, abbandona il culto materiale per dedicarsi allo spirito ed agli aspetti più profondi dell'animo umano, rigettando la volgarità delle masse. 

I suoi dipinti appaiono come un insieme di eruditi simboli, i quali rendono ardua l'interpretazione del quadro, permettendo d'altro canto al fruitore di parteciparne.

Il termine Simbolo deriva dal verbo greco symballo, che significa letteralmente "mettere insieme"; nell'antica Grecia, per siglare un accordo o per consolidare un'alleanza, i due contraenti del patto dividevano a metà una pezzo di terracotta, tenendone la propria parte come memoria fisica dell'accordo. L'osservatore dell'opera simbolista contrae dunque un patto con l'artista: una parte dell'opera è definita dai simboli inseriti dall'autore (sta all'erudito coglierli), una parte è lasciata all'interpretazione personale. Requisito minimo per comprendere il messaggio di Moreau è la conoscenza del mito: esso svela l'indicibile e l'inesprimibile, oltrepassando le differenza religiose e fornendo un messaggio universale. Ciò permette a Moreau di scandagliare l'animo umano e la sua spiritualità, che constituiscono i temi principali delle opere dell'artista.
Particolare attenzione merita inoltre la concezione della donna; Moreau fu colpito nella sua vita da due principali figure femminili: innanzitutto la madre, modello della donna angelica, portatrice di un amore puro e positivo. L'altro paradigma femminile è quello di Salomè, incarnante la donna che tramite la sensualità porta l'uomo alla perdizione (concezione probabilmente derivata da un amore tormentato e spesso non corrisposto).
Da un punto di vista puramente tecnico infine Moreau risultava molto meticoloso e perfezionista (ne sono una prova le migliaia di schizzi conservati nel museo). Produceva schizzi a matita (anche dal vero), terminando poi le opere con colori ad olio. Sotto il punto di vista cromatico le opere di Moreau presentano colori vivi e forti, in linea con le teorie di Chevreul e ricordando lo stile di Delacroix.
Affascinante infine il sincretismo presente nelle opere di Moreau: egli attinge indistintamente dalla cultura cristiana e biblica, dal mito classico, dalla pittura occidentale storica, ma anche dall'architettura e dall'arte di matrice orientale.
Nel corso della sua vita, Moreau ripete più volte i temi delle sue opere, spesso in maniera quasi ossessiva: talvolta ripete un dipinto con variazioni più o meno significative molto tempo dopo la prima stesura, altre volte lascia alcune opere momentaneamente incomplete per terminarle a distanza di anni.
La sua opera, importante per l'estetica del decadentismo e del Simbolismo, ha svolto una notevole funzione ispiratrice nei confronti del Surrealismo, riconosciuta esplicitamente da molti esponenti di quel movimento, tra cui Salvador Dalí e Max Ernst.