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Fede Galizia (1578-1630) | Baroque painter


Born in 1578 in Milan, Italy, Fede Galizia, like many female artists of her time, was the daughter of a painter (a miniaturist), who is assumed to have taught her his craft.
Little is known of her life, but her skill as a painter was first noted by Italian historian Giovanni P. Lomazzo when she was just 12 years old, and she was widely considered a prodigy.


By the time she was a teenager, she was recognized internationally as a skilled portraitist.
As her career evolved, Galizia began completing still life paintings in the Northern European style - a shift in mode that some art historians have correlated with the presence of acclaimed still life painter Jan Brueghel🎨 in Milan in 1595.
Although her initial still lifes were austere studies of subject matter, as her style evolved, they gave way to lavish and decadent compositions typically associated with Flemish artists🎨.
The exact date of her death is unknown, but she had her will drafted in 1630, the time in which the Italian plague was sweeping the country - it is assumed she fell victim to the disease and died around this time.
Today, her work can be found in the collection of the Galleria degli Uffizi, Florence; the Royal Collection Trust, London; and the Metropolitan Museum of Art, New York; as well as in numerous private collections worldwide. | © Sotheby’s





















Fede Galizia (Milano, 1578? - Milano, 1630) è stata una pittrice Italiana🎨.
Pittrice barocca🎨, figlia del pittore miniaturista trentino Nunzio Galizia, iniziò a lavorare all'età di 12 anni. Fra le sue opere ci sono ritratti e scene di soggetto religioso; ma è conosciuta soprattutto per i dipinti di nature morte.
La sua data di nascita (1578) è incerta. Ricavata da una lunga iscrizione - non di mano dell'autrice - sul Ritratto di Paolo Morigia🎨, potrebbe essere anticipata al 1574; ma l'iscrizione è stata riconosciuta spuria.
Nella bottega paterna Fede Galizia divenne pratica nell'incisione e nella miniatura. La prima opera a noi nota è il ritratto inciso di Gherardo Borgogni, per le edizioni del 1592 e del 1593 di due raccolte di rime.


Eseguì il ritratto di suo padre, di sua madre e di due nobildonne milanesi - purtroppo perduti - ed il Ritratto di Paolo Morigia, seduto al suo scrittoio - conservato alla Pinacoteca Ambrosiana - in cui espresse forte caratterizzazione fisiognomica e diede precisa e dettagliata attenzione, in particolare, al riflesso delle finestre sulle lenti degli occhiali che lo storico tiene in mano.
Nel 1596 firmò e datò Giuditta con la testa di Oloferne, dipinto in cui indugiò più nella cura di vesti e di gioielli, che nella esaltazione della drammaticità della scena.
L'opera è comunque fondamentale per essere la prima documentata su questo soggetto da parte di una donna pittrice, seguita quindi da quelle eseguite da Lavinia Fontana🎨 e da Artemisia Gentileschi🎨. | © Wikipedia