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Pierre-Auguste Renoir ~ Le lettere..


Pierre-Auguste Renoir, ca.1910
Italia, autunno 1881.
Alla signora Charpentier,
Dovevo pranzare un mattino con voi, e mi avrebbe fatto infinitamente piacere, perché è già passato tanto tempo. Ma sono diventato improvvisamente viaggiatore e la febbre di vedere Raffaello mi ha preso. Sono dunque sul punto di inghiottire la mia Italia. Ora potrei rispondere apertamente, sì signore io ho visto Raffaello. Ho visto Venezia la bella, ecc. ecc. Ho preso per il Nord, e percorrerò lo stivale tutto intero già che ci sono e quando avrò finito farò la vera festa di venire a pranzo da voi. Allora, nonostante la mia ingratitudine, spero che mi riceverete ugualmente. Un uomo che ha visto i Raffaello. Che pittore eccezionale! Volete che vi racconti quel che ho visto a Venezia. Ecco. Prendete un battello e andate al quai des Orfèvres, o di fronte alle Tuileries, e vedrete Venezia. Per i musei andate al Louvre. Per Veronese andate al Louvre, eccetto Tiepolo, che non conoscevo; ma viene a costare un po' caro.

Napoli, 25 novembre 1881. A Durand-Ruel
Sono ancora nella malattia delle ricerche. Non sono contento e cancello, continuo a cancellare [...] Credo che non porterò molto dal mio viaggio. Ma credo che avrò fatto progressi, il che capita sempre dopo lunghe ricerche. Si torna sempre ai propri amori, ma con una nota in più. Infine, spero che voi mi perdoniate di non portarvi gran che. Ma così vedrete quello che vi farò a Parigi. Sono come i bambini a scuola. La pagina bianca deve essere sempre ben scritta e ... paf! un pasticcio! E io sono ancora ai pasticci ... e ho quarant'anni. Sono stato a vedere i Raffaello a Roma. È assai bello e avrei dovuto vederlo molto prima. È colmo di sapere e di saggezza.









Algeri, marzo 1882. A Durand-Ruel.
Eccomi quasi sistemato ad Algeri e in rapporto con degli arabi per trovare dei modelli. Cosa abbastanza scomoda, perché si vedrà chi imbroglierà di più. Ma spero questa volta di riuscire a portarvi delle figure, ciò che non ho potuto fare nel mio ultimo viaggio. Ho visto dei bambini assai pittoreschi. Li avrò? Cerco di fare tutto quel che occorre per averli. Ho visto anche delle donne graziose. Ma vi dirò in seguito se ci sono riuscito. Ho bisogno ancora di qualche giorno prima di mettermi al lavoro. Ne approfitto per cercare, perché quando sarò a posto voglio fare più che posso e portarvi, se possibile, delle cose non troppo comuni.
[...] Mi irrita un po' farvi aspettare tanto i miei nuovi invii dall'Italia. Peccato che ci siano dei ritocchi indispensabili da fare, ma poiché la mia nuova pittura non è ven­dibile, spero che non me ne vorrete troppo.




Guemesey, 1883. A Durand-Ruel.
Mi sono trovato su una spiaggia affascinante e completamente diversa dalle nostre normali spiagge normanne. Qui ci si bagna tra le rocce che servono da cabina, poiché non c'è altro : niente di più delizioso del miscuglio di uomini e donne assembrati su questi scogli. Ci si crederebbe molto di più in un paesaggio alla Watteau che nella realtà. Avrò dunque una fonte di motivi reali, piacevoli, di cui mi potrò servire.



La Rochelle, estate 1884. A Durand-Ruel.
L'ultimo quadro che ho visto di Corot aveva suscitato in me un desiderio folle di vedere questo porto e sono meravigliato di notare, malgrado il vago ricordo che ho del quadro, il realismo straordinario del tono. Il quadro dimenticato mi è ritornato alla memoria. È straordinario.
[...] Piove tutti i giorni, ma il poco che faccio o che farò mi ha fatto compiere qualche progresso. È il primo viaggio che mi sarà servito a qualcosa, e proprio perché il tempo tanto cattivo mi ha indotto più a riflettere e vedere che a eseguire del vero lavoro. Tuttavia ho riempito qualche tela. Ve le mostrerò. Ho perduto molto lavorando nell'atelier, in quattro metri quadrati. Avrei guadagnato dieci anni a fare ciò che ha fatto Monet.



Essoyes, settembre-ottobre 1885. A Durand-Ruel.
>Ho ripreso, per non lasciarla più, l'antica pittura dolce e leggera. Voglio rientrare con una serie di tele, poiché, non cercando più, faccio progressi in ciascun dipinto. È tutto diverso dai miei ultimi paesaggi e dal ritratto monotono di vostra figlia. C'è la tecnica delle Pescatrici e della Donna col ventaglio, con una leggera differenza data da un tono che non riuscivo a trovare e sul quale ho finito per mettere la mano. Non è niente di nuovo, ma è un seguito ai quadri del XVIII secolo. [...] È per spiegarvi press'a poco la mia nuova fattura e ultima (Fragonard in tono minore). [...] Non mi paragono [...] a un maestro del XVIII secolo. Ma bisogna pure che vi spieghi in quale senso lavoro.



A Durand-Ruel. Essoyes, ottobre 1885.
Sto lavorando e ho delle cose in atto nella maniera della Donna col ventaglio. Ho avuto come modelli delle deliziose giovanotte e dei bambini. Ho cominciato delle Lavandaie e due teste. Una giovanotta che culla un marmocchio biondissimo. Penso che questa volta andrà bene. È una pittura molto dolce e colorata, ma chiara.