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Egon Schiele | Quotes / Le lettere

  • Art cannot be modern. Art is primordially eternal.
  • Bodies have their own light which they consume to live: they burn, they are not lit from the outside.
  • I must see new things and investigate them. I want to taste dark water and see crackling trees and wild winds.
  • At present, I am mainly observing the physical motion of mountains, water, trees and flowers. One is everywhere reminded of similar movements in the human body, of similar impulses of joy and suffering in plants...
  • I was in love with everything- I wanted to look with love at the angry people so that their eyes would be forced to respond; and I wanted to bring gifts to the envious and tell them that I am worthless.
  • I do not deny that I have made drawings and watercolors of an erotic nature. But they are always works of art. Are there no artists who have done erotic pictures?
  • I don't know whether there is anyone else at all who remembers my noble father with such sadness.
  • To restrict the artist is a crime. It is to murder germinating life.
  • My mother is a very strange woman... She doesn't understand me in the least and doesn't love me much either. If she had either love or understanding she would be prepared to make sacrifices.
  • All beautiful and noble qualities have been united in me... I shall be the fruit which will leave eternal vitality behind even after its decay. How great must be your joy, therefore, to have given birth to me.
  • Self-Portrait With Arm Twisted Above Head.

Il ritratto della pallida ragazza taciturna

Una mia polluzione d’amore, - sì.
Amai tutto.
La ragazza venne, trovai il suo viso,
il suo inconscio, le sue mani da lavoro;
in lei amai tutto.
Ho dovuto raffigurarla,
perché guardava in quel modo e mi era così vicina. -
....................
Ora è lontana. Ora incontro il suo corpo.

  • L'Arte non può essere moderna. L'arte appartiene all'eternità. 
  • Art cannot be modern. Art is primordially eternal. 
  • Non piango con lacrime e non commemoro col denaro. 
  • Del resto gli artisti nuovi creano da soli e per se stessi. 
  • Fate in modo di vedere, se ne siete capaci, dentro l'opera d'arte. 
  • Io dipingo la luce che emana da tutti i corpi.
  • Per dare l'immortalità all'artista, basta una sola opera d'arte vivente.
  • Nessuna opera d'arte erotica è una porcheria, quand'è artisticamente rilevante, diventa una porcheria solo tramite l'osservatore, se costui è un porco.
  • Ora osservo soprattutto i movimenti corporei dei monti, delle acque, degli alberi, dei fiori. Tutto mi richiama alla memoria i movimenti analoghi del corpo umano, i moti analoghi di gioia e di sofferenza delle piante. La sola pittura non mi basta; so che con i colori è possibile creare qualità intrinseche.
  • Si può presentire intimamente, nel profondo del cuore, un albero autunnale in piena estate; io vorrei dipingere questa malinconia.


Autoritratto

Io sono per me e per quelli
ai quali la morbosa sitibonda smania d’esser liberi
tutto a mio avviso effonde,
ed anche per tutti, perché tutti amo - anch’io.
Sono tra i distintissimi il più distinto -
e tra chi rende, il massimo. -
Sono umano, amo la morte e amo la vita.



Autoritratto

Un eterno sognare colmo dei più dolci eccessi dell’esistenza
- irrequieto - con travagli angosciosi, dentro, nell’anima. -
Divampa, brucia, si accresce dopo la lotta, - spasimo del cuore.
Ponderare - e folle esuberanza con eccitato piacere. -

Impotente è il rovello del pensiero, inutile per giungere all’ispirazione. -
Parlo la lingua del creatore e offro. -
Demoni!
Spezzate la violenza!

La vostra lingua,
il vostro segno,
il vostro potere.


Anarchico

Dove iniziava una gran cosa
all’universo somigliava:
Dio era indubbio.
Lì correvo: lo sento, lo percepisco.
Così sei Tu -, orecchio, vento, bocca,
così essa è Tua: la forma.
Oh! Sibila, Circe urlante, allarga bene le tue gambe.
La bufera si lamenta e chiama.
Oh Tu, chiama, grida! Senza cosmo, senza lotta, aria accarezza.
Erigi un monte, presto produci maligni arbusti.


Sera bagnata

Ho voluto ascoltare
la sera respirare fresca,
gli alberi neri di temporale -
dico: gli alberi neri, di temporale -
poi le zanzare, lamentose,
i ruvidi passi di contadini,
le campane echeggianti lontano.
Volevo sentire gli alberi in regata
e vedere un mondo sorprendente.
Le zanzare cantavano come fili metallici in paesaggio invernale,
ma il grande uomo nero ruppe loro i suoni delle corde.
La città eretta stava davanti a me fredda nell’acqua.



Schizzo per un Autoritratto

In me scorre antico sangue tedesco e spesso sento in me la natura degli avi. Pronipote del consigliere di giustizia Friedrich Karl Schiele, primo borgomastro di Bernburg nel ducato di Anhalt, sono nato il 12 giugno 1890 a Tulln sul Danubio, da padre viennese e madre di Krumau.

Da paesaggi pianeggianti con viali primaverili e da furiose tempeste ho assorbito le impressioni dell’infanzia che si perpetuano nell'immaginario.

In quei primi giorni era come se già sentissi e odorassi i fiori prodigiosi, i giardini muti, gli uccelli, nei cui occhi lucenti mi vedevo rispecchiato in sfumature rosa. Spesso mi si inumidivano gli occhi all’arrivo dell’autunno.

Quand’era primavera sognavo la musica universale della vita, poi mi rallegravo della splendida estate e ridevo, immaginando il bianco inverno nel suo pieno fulgore.

Fino ad allora vissi felice, in una felicità mutevole, ora serena, ora malinconica, poi iniziarono i giorni del dovere e le scuole senza vita, scuola elementare a Tulln, ginnasio a Klosterneuburg. Giunsi in città sconfinate che sembravano morte e mi compiansi. In quel tempo assistetti alla morte di mio padre. I miei rozzi insegnanti mi furono sempre nemici.

Loro - e altri - non mi capivano. Il sentimento più alto è quello della religione e dell’arte.

La natura è funzione; ma Dio è là, e io lo sento intensamente, molto intensamente, con la massima intensità.

Credo che non esista un’arte "moderna"; c’è solo un’arte, che non conosce interruzioni.


Autoritratto

Un perenne sognare
colmo d’un tracimare dolcissimo di vita
incessante, - con paurosi dolori dentro l’anima.
Divampa, brucia, sviluppandosi a conflitto -
spasmo del cuore.
Ponderare - follemente vivo di voglia eccitata.
Insensato è il tormento del pensare,
impotente, a porgere pensieri.
Parli la lingua del creatore e offra! -
Dèmoni! Rompete questa furia! -
La vostra lingua, - i vostri segni, - il vostro potere.





Ho visto i viali di eterna primavera
e prima la tempesta infuriare,
staccarmi di continuo da tutti i luoghi della vita.
Le pianure i primi giorni m’erano d’intorno;
allora sentivo e già fiutavo i mirabiis,
i giardini muti, gli uccelli.

Gli uccelli? -
nei cui occhi mi vedevo rosa con occhi splendenti? -

Gli uccelli sono morti. -
Spesso piangevo quand’era autunno con occhi semichiusi.

Quindi gioivo nella magnifica estate e ridevo,
dipingendomi d’estate il bianco inverno.

Sognavo a primavera la musica universale del vivente.
Sin lì era la gioia; poi cominciarono gli ozi e le inerti scuole.
Fui in morte interminabili città e mi compiansi.
In quel tempo conobbi la morte del padre.
I miei rozzi maestri furono spesso i miei massimi nemici.
Ora devo ravvivare la mia vita!
Finalmente posso rivedere il sole generoso ed esser libero.