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Pierre-Auguste Renoir | Stile artistico

Renoir è stato uno degli interpreti più convinti e spontanei del movimento Impressionista.
Artista prodigiosamente prolifico, con all'attivo ben cinquemila tele e un numero altrettanto cospicuo di disegni e acquerelli, Renoir si è distinto anche per la sua poliedricità, tanto che possiamo distinguere numerosi periodi nella sua produzione pittorica.

È lo stesso Renoir, in ogni caso, a parlare del suo metodo di fare arte:

«Dispongo il mio soggetto come voglio, poi mi metto a dipingerlo come farebbe un bambino. Voglio che il rosso sia sonoro e squillante come una campana, quando non ci riesco aggiungo altri rossi ed altri colori finché non l'ottengo.



Non ci sono altre malizie. Non ho regole nè metodi; chiunque può esaminare quello che uso o guardare come dipingo, e vedrà che non ho segreti.
Guardo un nudo e ci vedo miriadi di piccole tinte. Ho bisogno di scoprire quelle che fanno vibrare la carne sulla tela».
«Oggi si vuole spiegare tutto. Ma se si potesse spiegare un quadro non sarebbe più arte. Vuole che le dica quali sono, per me, le due qualità dell'arte?
Dev'essere indescrivibile ed inimitabile ... L'opera d'arte deve afferrarti, avvolgerti, trasportarti» - Pierre-Auguste Renoir.
Come emerge da questa citazione Renoir si rapportava alla pittura in maniera assolutamente anti-intellettualistica e, nonostante fosse anch'egli insofferente ai convenzionalismi accademici, non contribuì mai alla causa dell'Impressionismo con riflessioni teoriche o con dichiarazioni astratte.
Egli, infatti, ripudia ogni forma di intellettualismo e confessa una vivida fiducia nella concreta esperienza del fare pittorico, che si oggettiva nell'unico mezzo espressivo di pennelli e tavolozza: «lavorare da buon operaio», «operaio della pittura», «fare della buona pittura» sono in effetti frasi che ricorrono spesso nel suo epistolario.

Questa decisa istanza di concretezza viene ribadita dallo stesso Renoir nella sua prefazione all'edizione francese del Libro d'arte di Cennino Cennini (1911), dove oltre a fornire consigli e suggerimenti pratici per gli aspiranti pittori afferma che «potrebbe sembrare che siamo molto lontani da Cennino Cennini e dalla pittura, eppure non è così, poiché la pittura è un mestiere come la falegnameria e la lavorazione del ferro, e sottostà alle medesime regole».


Il critico Octave Mirbeau, addirittura, addita le cause della grandezza di Renoir proprio in questa peculiare concezione della pittura:

«Mentre si succedevano le teorie, le dottrine, le estetiche, le metafisiche e le fisiologie dell'arte, l'opera di Renoir si è sviluppata anno per anno, mese per mese, giorno per giorno con la semplicità di un fiore che sboccia, di un frutto che matura [...] Renoir ha vissuto e dipinge.
Ha fatto il proprio mestiere: e in ciò sta forse tutto il suo genio.
Per ciò l'intera sua vita e la sua opera sono una lezione di felicità» - Octave Mirbeau. | Fonte: © Wikipedia