Allievo di Cammarano e poi di Dalbono, Francesco Di Marino seguì fedelmente la tradizione del buon
dipingere all’aria aperta, nella scia della concezione paesistica instaurata a Napoli dalla Scuola di Posillipo. Così operando venne ad affiancarsi, oltre che ai suoi diretti maestri, a Casciaro, a
Pratella, a Scoppetta, e poi a Galante, a De Corsi, a Villani, a Viti, affinando gradualmente i propri mezzi espressivi e giungendo a caratterizzare il suo lavoro per l’immediatezza della percezione, la genuinità del sentimento, la sicurezza esecutiva. Di Marino riusciva a trasferire sulla tela gli aspetti fugaci della natura e del paesaggio con una freschezza di sensazione e con un tocco morbido eppur corposo, che non fu di molti pittori.