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Sleeping Hermaphroditos / L'Ermafrodito dormiente

The ambivalence and voluptuous curves of this figure of Hermaphroditos, who lies asleep on a mattress sculpted by Bernini, are still a source of fascination today.
His body merged with that of the nymph Salmacis, whose advances he had rejected, Hermaphroditos, son of Hermes and Aphrodite, is represented as a bisexed figure.
The original that inspired this figure would have dated from the 2nd century BC, reflecting the late Hellenistic taste for the theatrical.

Department of Greek, Etruscan, and Roman Antiquities: Hellenistic Art (3rd-1st centuries BC) Greek, Etruscan, and Roman Antiquities - Musée du Louvre.

The modern history of the statue

Discovered in Rome near the Baths of Diocletian in 1608, this statue was one of the most admired masterpieces of the Borghese Collection in the 17th and 18th centuries.
In 1619, Cardinal Scipione Borghese commissioned the Baroque Italian sculptor Bernini to carve the mattress on which the ancient marble now lies.
In the same year, David Larique worked on the restoration of the figure of Hermaphroditos.
The work came to the Louvre after it had been bought, together with the rest of the Borghese Collection, by Napoleon I from his brother-in-law, Prince Camillo Borghese.
Although the figure of Hermaphroditos in the Louvre is the best known, three other versions of the ancient statue have sometimes been compared with it: that of Velletri (also in the Louvre), that in the Uffizi in Florence, and a third version in the Villa Borghese in Rome.

The story of Hermaphroditos

There is nothing improper in this work, but it still intrigues the viewer.
Hermaphroditos, son of Hermes and Aphrodite, had rejected the advances of the nymph Salmacis.
Unable to resign herself to this rejection, Salmacis persuaded Zeus to merge their two bodies forever, hence the strange union producing one bisexed being with male sexual organs and the voluptuous curves of a woman.
Stretched out in erotic abandon on the mattress provided by Gian Lorenzo Bernini 1598-1680, the figure sleeps. Yet Hermaphroditos has only fallen half asleep: the twisting pose of the body and the tension apparent down to the slightly raised left foot are indicative of a dream state.

An embodiment of Hellenistic taste

This work is a Roman copy that was probably inspired by a Greek original of the 2nd century BC.
Pliny the Elder cites a Hermaphroditus Nobilis by Polykles (Natural History, XXXIV, 80), but since he does not describe it, one hesitates to compare it with this sleeping Hermaphroditos.
The subject reflects the taste for languid nudes, surprise effects, and theatricality, all of which were prized in the late Hellenistic period.
The work is designed to be viewed in two stages.
First impressions are of a gracious and sensuous body that leads one to think that the figure is a female in the Hellenistic tradition; this effect is heightened here by the sinuousness of the pose.
The other side of the statue then brings a surprise, revealing the figure's androgynous nature by means of the crudest realism.
This effect of contrast and ambiguity, indeed this taste for the strange that plays with the viewer's emotions, is the result of the theatricality of some Hellenistic art.
This utopian combination of two sexes is sometimes interpreted as a half-playful, half-erotic creation, designed to illustrate Platonic and more general philosophical reflections on love. | Author: Astier Marie-Bénédicte © Musée du Louvre.



Dopo 203 anni, i marmi antichi della Collezione Borghese - ben 65 delle oltre 600 sculture di epoca romana, da due secoli nucleo centrale delle raccolte archeologiche del Louvre, acquistati da Napoleone nell'intento di legittimare agli occhi del mondo l'appena acquisito potere imperiale, hanno fatto ritorno a Roma per essere esposti al pubblico fino al 9 aprile 2012.
Tra loro anche l'Ermafrodito, la copia romana dell'originale greco del II secolo aC, restaurato da Larique, ed adagiato su un materasso scolpito nel 1620 da Gian Lorenzo Bernini 1598-1680.

L'Ermafrodito dormiente è una scultura in marmo raffigurante il personaggio della mitologia greca Ermafrodito, figlio di Ermes e Afrodite, a grandezza naturale e sdraiato su un materasso: quest'ultimo è stato scolpito ed aggiunto nel 1620 dall'artista italiano Gian Lorenzo Bernini.

Storia

Il modello è anche derivato dalle antiche raffigurazioni di Venere e di altri nudi artistici femminili, ed in parte dall contemporanee rappresentazioni ellenistiche femminilizzate del dio Dioniso/Bacco.
Esso rappresenta un argomento che è stato più volte ripetuto durante l'ellenismo e nell'antica Roma, a giudicare anche dal numero cospicuo di versioni che sono sopravvissute.
Scoperto a Santa Maria della Vittoria a Roma, quest'Ermafrodito addormentato è stato subito rivendicato e quindi acquisito dal cardinale Scipione Caffarelli-Borghese e divenne parte della collezione borghese; fu in seguito venduto agli occupanti francesi a seguito della campagna d'Italia (1796-1797), che lo trasferirono al museo del Louvre, ove ancor oggi si trova.
Quest'Ermafrodito è stato descritto come una copia romana imperiale di buona fattura, ispirato da un originale in bronzo di uno dei due scultori greci denominati Polycles, (probabilmente "il Giovane" del II secolo a.C.); la scultura originale, che sarebbe databile a circa il 155 a.C., è stata anche menzionata nella Naturalis historia di Plinio il Vecchio.

L'originale copia Borghese



L'antica scultura è stata rinvenuta nei primi anni del XVII secolo, portata alla luce all'interno del parco di "Santa Maria della Vittoria", nei pressi delle terme di Diocleziano e al limitare degli antichi horti Sallustiani; il ritrovamento è stato fatto durante il periodo dei lavori di costruzione della chiesa, dal momento in cui si stavano scavando le fondamenta nel 1608 a quando veniva piantata la palmetta.
L'opera è stata immediatamente mostrata all'intenditore d'arte del momento, il cardinale Borghese il quale in cambio della concessione della statua ha permesso al proprio architetto personale Giovanni Battista Soria di aiutare nei lavori facendogli terminare la facciata (anche se solamente sedici anni dopo).
Nella sua nuova Villa Borghese intanto il cardinale dedicava una sala espressamente al suo Ermafrodito.
Nel 1620 il giovanissimo Bernini, scultore allora pupillo del Borghese, è stato pagato 60 scudi per creare il letto di pietra compatto su cui Ermafrodito sta adagiato, riuscendo a rendere il tutto in un modo sorprendentemente realistico, tanto che ad un primo sguardo gli osservatori sono inclini a crederlo reale.
La scultura è stata acquistata nel 1807, assieme a molti altri pezzi della stessa collezione, dal principe Camillo Filippo Ludovico Borghese che aveva sposato Paolina Bonaparte, ed è stata quindi trasferita al Louvre dove ha ispirato l'autore inglese Algernon Charles Swinburne per la sua poesia intitolata "Hermaphroditus" del 1863.

Copie antiche

Una copia risalente al II secolo è stata ritrovata nel 1781 ed ha in seguito preso il posto dell'originale all'interno della galleria Borghese.
Una terza variante in marmo è stata scoperta nel 1880, durante i lavori di costruzione per fare di Roma la nuova capitale dell'Italia unita; questa si trova oggi in mostra al Museo nazionale romano di Palazzo Massimo situato nel palazzo Massimo alle Terme.
Ulteriori copie antiche si possono ammirare presso la galleria degli Uffizi a Firenze, ai musei vaticani di Città del Vaticano e all'Ermitage di San Pietroburgo.

Copie moderne

Molte copie sono state subito prodotte a partire dal '600, in una varietà di grandezze. Alcune in bronzo per Filippo IV di Spagna ordinate da Diego Velázquez e ora al museo del Prado, mentre un'opera in marmo di Martin Carlier era stata commissionata direttamente dalla corte reale francese di Versailles. La composizione ha chiaramente influenzato il pittore spagnolo per la sua Venere Rokeby.
Una copia in bronzo su scala ridotta fatta realizzare e firmata da Giovanni Francesco Susini si trova oggi al Metropolitan Museum of Art di New York.
Un'altra copia in scala ridotta, questa volta prodotta in avorio da François Duquesnoy, è stata acquistata a Roma da John Evelyn nel 1640.
L'artista statunitense Barry X Ball ne ha prodotto una copia a grandezza naturale, direttamente dalla versione conservata al Louvre, realizzata in marmo nero del Belgio su una base in marmo di Carrara e che è stata completata nel 2010. | © Wikipedia