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Canaletto (1697-1768) | Veduta painter


Giovanni Antonio Canal, popularly known as Canaletto, was born in 1697 in Venice, but resided in England for a large portion of his life.
His father, Bernardo Canal, was a scene painter, and he trained Canaletto from a young age.
His earliest paintings are mostly carefully composed, but freely painted, studies of older artists such as Van Wittel and Luca Carlevaris.


He soon realized, however, that paintings of famous sites and vistas, often mass-produced, were popular and easily sold to tourists for better prices than copies of old masterpieces.
After this realization, he developed a method of streamlining production, which included hiring and training a number of studio assistants, and selling large numbers of Venetian cityscape paintings to travellers visiting his native city.
His acclaim as a painter among English tourists specifically led to his introduction to the famous collector, and later British consul to Venice, Joseph Smith.
This acquaintance resulted in Canaletto ultimately relocating to England.
Although his career in England began as promising, the 1741 War of Austrian Succession made travel perilous, and the tourist market decreased significantly.


Canaletto’s commercial success fell into steep decline, one that he would never fully recover from. Notwithstanding politically prompted career tribulations, and despite previous failed attempts, the artist was elected to the Venetian Academy in 1765.
Canaletto’s consistent and highly aesthetic style have made him popular amongst eighteenth century collectors and critics, and examples of his work can be found in such prestigious collections as the National Gallery of Art, Washington, DC; the Metropolitan Museum of Art, New York; and the National Gallery, London. | © Sotheby's















Canalétto, Giovanni Antonio Canal detto il - Pittore ed incisore (Venezia 1697 - ivi 1768), caposcuola dei vedutisti veneti del Settecento.
Si formò al seguito del padre Bernardo, pittore di teatro, e, verso il 1719, a Roma cominciò a dedicarsi alla pittura di paesaggio.
Ispirato dal Vanvitelli e, dopo il suo ritorno a Venezia nel 1720, da L. Carlevarijs e da M. Ricci, elaborò uno stile personale di vedute di Venezia e del suo entroterra, che incontrò il favore di un pubblico internazionale: ebbe tra i suoi committenti il principe di Liechtenstein e, soprattutto, J. Smith, banchiere, mercante e poi console inglese a Venezia che gli aprì le porte del ricco e nobile collezionismo inglese.


Dal 1746-1756 soggiornò a Londra (con brevi ritorni a Venezia), dipingendo vedute del Tamigi e della campagna inglese per i duchi di Richmond, di Beaufort, di Northumberland e per altre eminenti personalità.
Nel clima di crisi della civiltà veneziana, gli ultimi anni del Canalétto sono segnati da isolamento nel mondo artistico locale (dopo due rifiuti, fu accolto nell'Accademia solo nel 1763) e da una declinante fortuna sul mercato (l'unica importante commissione fu la serie di disegni delle Feste dogali, incisa da G. Brustolon).
Nelle vedute e nei capricci, la pittura del Canalétto, segnata all'inizio da una maggiore libertà di tocco, più precisa e meticolosa in seguito, rivela acuto senso del colore, gusto personale nel taglio della veduta prospettica, grande sensibilità per i valori di luce e di atmosfera, viva arguzia nelle macchiette.
Il catalogo dell'opera del Canalétto comprende oltre cinquecento dipinti, oltre trecento disegni e trentaquattro acqueforti; la serie completa di queste ultime (prodotte tra il 1741-1744), insieme a un cospicuo numero di dipinti e di disegni, è conservata nelle Collezioni reali inglesi. Molte sue vedute furono incise da A. Visentini (1735, 1742). | © Treccani