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Dalai Lama: "Quando perdi, non perdere la lezione"!

Ci sono solo due giorni all’anno in cui non puoi fare niente: uno si chiama ieri, l’altro si chiama domani, perciò oggi è il giorno giusto per amare, credere, fare e, principalmente, vivere.
La felicità è una combinazione di pace interiore, disponibilità economiche e, soprattutto, pace mondiale.
Benché ci si possa trovare in un ambiente ostile, se l'atteggiamento mentale è fermo e stabile, l'ostilità non sarà causa di grande disturbo.
Di fronte alla distruzione del mio popolo, mi dedico nell'esilio alla sola linea d'azione che mi è stata lasciata: ricordare al mondo per mezzo delle Nazioni Unite e di questo libro, quel che è accaduto e sta accadendo nel Tibet: e far piani per il futuro.

Andrew Benyei
Andrew Benyei

Gaetano Previati - Il Sogno, 1912
Gaetano Previati - Il Sogno, 1912

Difendiamo gli altri dalla sofferenza come difenderemmo noi stessi, occupiamoci del loro benessere come del nostro. Quando proteggiamo il nostro corpo lo consideriamo come un'unica entità e ne proteggiamo ugualmente tutte le parti; ora, gli esseri formano un insieme perché hanno in comune il dolore e la gioia, e tutte le parti di questo insieme vanno trattate nella stessa maniera.
Il vero problema del Terzo Mondo è l'ignoranza. Insieme al desiderio di possesso e all'odio, l'ignoranza è uno dei tre klesha. Nel terzo mondo è senz'altro il più potente. [...] Bisogna dunque educare le popolazioni del Terzo Mondo. Poiché esse sono completamente all'oscuro, lo vedo qui intorno a me. E bisogna farlo energicamente, senza reticenze di tipo sentimentale. È una necessità impellente, un'urgenza. Bisogna dire loro, con tutti i malintesi che possono nascere: «State sbagliando strada, la vostra smodata crescita demografica vi sta portando a una miseria ancora più grave. Voi desiderate, ed è normale, che il vostro livello di vita migliori, ma non è possibile per tutti. È vero piuttosto il contrario.»

La mia speranza s'appoggia sul coraggio dei Tibetani, e sull'amore per la verità e la giustizia che è tuttora nei cuori della razza umana.
Non c'è oppressione che possa, alla lunga, vincere sul diritto e la giustizia.
Non vedo ragione per cui si dovrebbero uccidere gli animali e farli diventare cibo per l'uomo, quando esistono tanti altri alimenti che sostituiscono la carne. Dopo tutto, l'uomo può vivere senza carne...
Ogni uomo ha una precisa responsabilità nei confronti del genere umano e del pianeta terra, perché esso è la sola nostra casa. Non abbiamo altro luogo, nell'universo, in cui rifugiarci. Ognuno di noi quindi non può venir meno alla propria responsabilità di operare non solo in difesa della razza umana, ma anche degli insetti, delle piante, degli animali che, con noi, abitano questo pianeta.

[Rispondendo ai giornalisti sull'emergenza migranti nel Mediterraneo] Se si chiamano rifugiati vuol dire che hanno dei problemi, stanno male e sono in pericolo di vita, e fuggono da qualcosa ma il buon cuore per accoglierli non basta e bisogna avere il coraggio di dire quando sono troppi e di intervenire nei loro Paesi per costruire lì una società migliore. [...] Non è possibile pensare che sia sufficiente l'accoglienza a risolvere il problema. Gli italiani, e i siciliani soprattutto, stanno dimostrando un gran cuore ma per risolvere il problema dei profughi è necessario intervenire in quei Paesi, impegnarsi per superare le guerre, spesso a sfondo religioso, che provocano gli esodi e superare anche il grande divario tra ricchi e poveri per costruire una società migliore. Serve quindi un pensiero a lunga scadenza per ottenere un risultato davvero efficace.
Senza dubbio ci troviamo un gradino più sopra rispetto agli animali per la nostra intelligenza e la nostra forza spirituale. Ma per quel che riguarda il diritto alla vita ci troviamo sul loro medesimo piano.

Nicola Pucci
Nicola Pucci