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William Wetmore Story | The Libyan Sibyl, 1867



"The Libyan Sibyl", which American sculptor William Wetmore Story (1819-1895) described as “my anti-slavery sermon in stone”, was inspired by events leading up to the Civil War. Oracle in hand, the Libyan Sibyl, eldest of the legendary prophetesses of antiquity, foresees the terrible fate of the African people. This premonition is suggested by the heroic figure’s state of brooding cogitation. Her costume includes an ammonite-shell (so named for the Egyptian god Amun) headdress, its crest decorated with the tetragrammaton, the four Hebrew consonants that denote the Supreme Being. The seal of Solomon, with its interlocking triangles indicating the interrelationship of the natural and spiritual worlds, hangs from her beaded necklace. | © The Metropolitan Museum of Art.














"La Sibilla Libica", che lo scultore Americano William Wetmore Story (1819-1895) ha descritto come "il mio Sermone anti-schiavitù in pietra", è stata ispirata da eventi che hanno portato alla guerra civile. Con l'Oracolo in mano, la Sibilla Libica, primogenito dei leggendari profetesse dell'antichità, previde il terribile destino del popolo africano.
La Sibilla (in latino Sibylla; greco Σίβυλλα) è una figura esistita storicamente, ed anche presente nella mitologia greca e in quella romana. Le sibille erano vergini dotate di virtù profetiche ispirate da un dio (solitamente Apollo), in grado di fornire responsi e fare predizioni, per lo più in forma oscura o ambivalente.
In origine Sibilla era il nome  di una delle sibille più antiche, la Sibilla Libica, come ci attesta Pausania. Pausania si rifà ad Euripide che nel prologo di una delle sue tragedie perdute (la "Lamia") avrebbe riferito il gioco di parole Sibyl/Lybis, secondo la lettura palindroma.
Da nome proprio, col tempo "Sibilla" è diventata una definizione, un epiteto, passando a designare un tipo particolare di profetessa. Ciò avvenne in seguito al sorgere in diversi luoghi sacri di santuari nei quali venivano proferiti degli oracoli, ed al parallelo fiorire di raccolte di profezie. Così all'originario nome proprio di Sibylla fu necessario aggiungerne un altro (che divenne quello geografico della località interessata) che permetteva di distinguerle l'una dall'altra.
Ma poiché nell'immaginazione degli antichi qualche sibilla - a causa della sua longevità millenaria - passava da un luogo all'altro per soggiornarvi lunghi periodi, ogni volta venendo chiamata con un nuovo nome geografico benché fosse sempre la stessa persona, essi sentirono il bisogno di ridare un nome proprio alle sibille più conosciute (p. es. "Erofile").