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Leonardo da Vinci | De' riflessi

Trattato della Pittura - Parte quinta | Capitoli 769-779


Indice

769. Dell'ombra interposta infra lume incidente e lume riflesso.
770. Dove il riflesso dev'essere piú oscuro.
771. Perché i riflessi poco o niente si vedono ne' lumi universali.
772. Come il riflesso si genera ne' lumi universali.
773. Quali lumi facciano piú nota e spedita la figura de' muscoli.
774. Come i corpi bianchi si devono figurare.
775. Dell'occhio che sta al chiaro e vede il luogo oscuro.
776. Dell'occhio che vede le cose in luogo chiaro.
777. Delle ombre e lumi delle città.
778. Dell'illuminazione delle parti infime de' corpi insieme ristretti, come gli uomini in battaglia.
779. Del lume particolare.


769. Dell'ombra interposta infra lume incidente e lume riflesso.

L'ombra che s'interpone infra il lume incidente ed il lume riflesso sarà di grande oscurità e si dimostrerà piú oscura ch'essa non è, per causa del paragone del lume incidente che con essa confina.
770. Dove il riflesso dev'essere piú oscuro.

Se il lume s'illumina il corpo rp, e' farà l'ombra primitiva piú chiara di sopra, inverso il lume, che di sotto dov'esso corpo si posa sopra il piano, per la quarta di questo che dice: la superficie di ogni corpo partecipa del colore del suo obietto; adunque l'ombra derivativa, la quale si stampa sopra il pavimento nel sito mp, risalta nella parte del corpo ombroso op, ed il lume derivativo, che cinge tale ombra, cioè mn, risalta in or, e questa è la causa che sempre tali corpi ombrosi non hanno mai il riflesso luminoso ne' confini che ha il corpo ombroso col suo pavimento.

771. Perché i riflessi poco o niente si vedono ne' lumi universali.

I riflessi de' corpi ombrosi poco o niente si vedono ne' lumi universali; e questo nasce perché tal lume universale circonda ed abbraccia assai ciascuno di essi corpi, la superficie de' quali, com'è provato, partecipa del colore de' suoi obietti;
come se il corpo a fosse illuminato dal suo emisfero gcd ed ombrato dalla terra gfd; qui la superficie di tal corpo è illuminata ed ombrata dall'aria della terra che gli sta per obietto, e tanto piú o meno illuminata ed ombrata, secondo che piú o meno è veduta da maggior somma di luminoso o di scuro; come si vede, nel punto k essere veduto da tutta la parte dell'emisfero hci, e non è veduto da nessuna parte dell'oscurità della terra.

Adunque seguita, k essere piú illuminato che a dove solo vede la parte dell'emisfero cd, e tale illuminazione è corretta dall'oscurità della terra rd, la quale tutta vede ed è veduta dal punto a, com'è provato in prospettiva; e se noi vorremo dire dal punto b, noi troveremo quello essere meno illuminato che il punto a, conciossiaché esso b vede la metà dell'emisfero che vedeva a, cioè vede tutto cd, ed il b vede solamente ed ch'è la metà del cd, e vede tutta la oscurità della terra che vedeva a, cioè la terra rd, e vi si aggiunge la parte rf ch'è piú oscura, perché in essa manca il lume dell'emisfero ec, il quale non manca alla terra rd.
Adunque per tale ragione questo corpo non può avere riflesso, perché il riflesso del lume è dopo l'ombra principale de' corpi; e qui l'ombra principale è nel punto dove tal corpo è in contatto col piano della terra, perché lí è interamente privato di luce.


772. Come il riflesso si genera ne' lumi universali.

Generasi il riflesso ne' corpi illuminati dai lumi universali, quando una parte del corpo illuminato riflette il suo maggior lume in quel luogo dove vede minor parte del medesimo lume; come, vedendo il cielo ef nel luogo d, e una maggior parte del medesimo cielo veda k, allora il lume derivativo k rifletterà in d; ma di questo si farà distinto trattato al suo luogo deputato.

773. Quali lumi facciano piú nota e spedita la figura de' muscoli.

De' lumi che debbon dare vera notizia della figura de' muscoli, gli universali non sono buoni, ma i particolari sono perfetti, e tanto piú quanto essi lumi saranno di minor figura; e tale dimostrazione si deve fare col movimento del lume per piú versi, imperocché, se il lume stesse fermo, esso illuminerebbe piccola parte del corpo muscoloso, ed il suo rimanente rimarrebbe oscuro, e per conseguenza sarebbe ignoto.

774. Come i corpi bianchi si devono figurare.

Se figurerai un corpo bianco circondato da molt'aria, perché il bianco non ha da sé colore, ma si tinge e trasmuta in parte del colore che gli è per obietto.
Se vedrai una donna vestita di bianco in una campagna, il colore di quella parte di lei che sarà veduta dal sole sarà chiaro in modo, che darà in parte, come il sole, noia alla vista; e quella parte che sarà veduta dall'aria luminosa per i raggi del sole tessuti e penetrati infra essa, perché l'aria in sé è azzurra, la parte della donna vista da dett'aria parrà pendere in azzurro; se nella superficie della terra vicina saranno prati, e che la donna si trovi infra un prato illuminato dal sole ed esso sole, vedrai tu le parti di esse pieghe, che possono esser viste dal prato, tingersi per raggi riflessi nel colore di esso prato; e cosí si va trasmutando nei colori de' luminosi e non luminosi obietti vicini.
Se tu saprai ragionare e scrivere la dimostrazione delle forme, il pittore le farà che parranno animate con ombre e lumi componitori dell'aria de' volti, della quale tu non puoi aggiungere con la penna, dove si aggiunge col pennello.

775. Dell'occhio che sta al chiaro e vede il luogo oscuro.

Nello scuro nessun colore secondo è della medesima chiarezza che il primo, ancoraché in sé sieno simili. Provasi per la quarta di questo dove dice: la superficie di quel corpo si tingerà piú del mezzo trasparente interposto infra l'occhio ed esso corpo, del quale mezzo interposto sarà di maggiore grossezza.
Adunque riman concluso che il colore secondo, posto in mezzo di trasparente oscuro, avrà piú oscurità interposta infra sé e l'occhio, che il color primo, il quale si trova piú vicino al medesimo occhio; e tal proporzione sarà da oscurità a oscurità di essi colori, qual sarà da quantità a quantità del mezzo oscuro che di sé li tinge.

776. Dell'occhio che vede le cose in luogo chiaro.

Nell'aria illuminata nessun colore secondo sarà oscuro come il medesimo colore ch'è piú vicino.
Provasi per l'antecedente, perché piú grossezza della chiarezza dell'aria resta interposta infra l'occhio e il secondo colore, che infra l'occhio e il color primo; e per conseguenza la proporzione delle varietà di tali colori sarà simile alle proporzioni di esse quantità di arie interposte infra l'occhio e i detti colori.

777. Delle ombre e lumi delle città.

Quando il sole è all'oriente, e l'occhio sta sopra il mezzo di una città, esso occhio vedrà la parte meridionale di essa città aver i tetti mezzo ombrosi e mezzo luminosi, e cosí la settentrionale; la orientale sarà tutta ombrosa, e la occidentale sarà tutta luminosa.

778. Dell'illuminazione delle parti infime de' corpi insieme ristretti, come gli uomini in battaglia.

Le parti degli uomini e cavalli in battaglia travaglianti saranno tanto piú oscure, quanto esse saranno piú vicine alla terra che li sostiene; e questo si prova per le pareti de' pozzi, le quali si fanno tanto piú oscure, quanto esse piú si profondano; e questo nasce perché la parte piú profonda de' pozzi vede ed è veduta da minor parte dell'aria luminosa, che nessun'altra sua parte; ed i pavimenti del medesimo colore, che hanno le gambe de' predetti uomini e cavalli, saranno sempre piú illuminati infra angoli eguali che le altre predette gambe.

779. Del lume particolare.

Il lume particolare è causa di dar miglior rilievo ai corpi ombrosi, che l'universale, come ci mostra il paragone di una parte di campagna illuminata dal sole, ed una ombrata dal nuvolo, che solo si illumina del lume universale dell'aria.