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Carlo Crivelli | Polyptych of Montefiore dell'Aso, 1471

Carlo Crivelli, born in Venice 1435 and died in Ascoli Piceno, Marche 1495, is one of the most important, but overlooked painters of the Early Italian Renaissance.
One of Carlo Crivelli's finest works of art is the Montefiore Triptych altarpiece preserved in the museum complex of San Francesco in Montefiore dell'Aso, province of Ascoli Piceno, Italy.
The six-panel Triptych was commissioned by a descendant of Gentile Partino to embellish the Church of San Francesco in Montefiore dell'Aso.


The exquisite panel of St. Mary Magdalene is a surviving element of a larger, now partially reconstructed polyptych created by Carlo Crivelli for the Church of San Francesco in Montefiore dell’Aso.
It is a paradigmatic example of Crivelli’s highly distinctive fusion of late Gothic elegance with the intellectual currents of the Italian Renaissance.

Mary Magdalene is portrayed in strict profile, holding a golden jar of unguent - her canonical attribute as the woman who anointed Christ’s feet.
Though the figural type retains a certain stylization rooted in the Gothic tradition, Crivelli endows her with a richly textured individuality: the gentle contouring of the face, the luxuriant curls of hair tied with a ribbon, and the graceful elongation of her hands all contribute to an aura of refined sensuality tempered by penitence.

The saint’s attire is a marvel of painterly illusion.
Her brocade bodice and the sumptuous sleeve embroidered with a phoenix rising from flames are rendered with fastidious precision, showcasing Crivelli’s obsession with ornamental detail.
The phoenix, symbol of resurrection and transformation, subtly reinforces the Magdalene’s spiritual rebirth.


Behind her, the gold ground - delicately tooled with a radiating halo - serves both devotional and decorative purposes, emphasizing her sanctity while flattening the pictorial space in a manner more typical of Byzantine icons than Florentine naturalism.
Crivelli’s aesthetic is unmistakable: linear, luminous, and luxurious.
Though working during the High Renaissance, his art remained relatively untouched by the classical idealism, scientific perspective, and anatomical naturalism embraced by contemporaries in central Italy.

Instead, he cultivated a deliberately courtly and hieratic idiom - reminiscent of the International Gothic - imbued with northern Italian refinement and a dense symbolism rooted in medieval spirituality.
This work testifies to Crivelli’s status as an idiosyncratic but profound voice in the early Renaissance.
His paintings, while provincial in origin, command attention for their technical brilliance and intense expressivity, offering a devotional vision steeped in mysticism, precision, and theatrical beauty.


Carlo Crivelli, nato a Venezia nel 1430-35 e morto ad Ascoli Piceno, nelle Marche, nel 1495, è uno dei pittori più importanti, ma trascurati, del primo Rinascimento italiano.
Una delle opere più belle di Carlo Crivelli è la pala d'altare del Trittico di Montefiore, conservata nel complesso museale di San Francesco a Montefiore dell'Aso, in provincia di Ascoli Piceno.
Il Trittico, composto da sei pannelli, fu commissionato da un discendente di Gentile Partino per abbellire la chiesa di San Francesco a Montefiore dell'Aso.

Questa squisita tavola raffigurante Santa Maria Maddalena è un elemento superstite di un polittico più ampio, ora parzialmente ricostruito, realizzato da Carlo Crivelli per la chiesa di San Francesco a Montefiore dell'Aso.
È un esempio paradigmatico della fusione altamente distintiva di Crivelli tra l'eleganza tardogotica e le correnti intellettuali del Rinascimento italiano.

Maria Maddalena è ritratta di profilo rigoroso, mentre regge un vasetto d'oro di unguento, il suo attributo canonico in quanto donna che unse i piedi di Cristo.
Sebbene la tipologia figurativa mantenga una certa stilizzazione radicata nella tradizione gotica, Crivelli le conferisce un'individualità riccamente strutturata: i delicati contorni del viso, i rigogliosi riccioli dei capelli legati da un nastro e l'elegante allungamento delle mani contribuiscono a creare un'aura di raffinata sensualità, temperata dalla penitenza.

L'abito della santa è una meraviglia di illusione pittorica.
Il corpetto in broccato e la sontuosa manica ricamata con una fenice che risorge dalle fiamme sono resi con meticolosa precisione, a dimostrazione dell'ossessione di Crivelli per i dettagli ornamentali.

La fenice, simbolo di resurrezione e trasformazione, rafforza sottilmente la rinascita spirituale della Maddalena.
Dietro di lei, il fondo oro, delicatamente lavorato con un'aureola radiante, assolve a scopi sia devozionali che decorativi, enfatizzando la sua sacralità e appiattindo lo spazio pittorico in un modo più tipico delle icone bizantine che del naturalismo fiorentino.
L'estetica di Crivelli è inconfondibile: lineare, luminosa e lussuosa.