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Jusepe de Ribera | Baroque painter

José de Ribera, José also spelled Jusepe, Josef, or Giuseppe, byname Lo Spagnoletto (Italian: “The Little Spaniard”), (baptized February 17, 1591, Játiva, Spain - died September 2, 1652, Naples [Italy]), Spanish painter and printmaker, noted for his Baroque dramatic realism and his depictions of religious and mythological subjects.
He was born in Spain but spent most of his life in Italy. Little is known of his life in Spain, though he is said by the painter and biographer Antonio Palomino de Castro y Velasco to have received his first training there under Francisco Ribalta.



It is not known when he went to Italy, but there is evidence that as a young man he worked in Parma and Rome. In 1616 he married in Naples, then under Spanish rule, where he remained the rest of his life. In 1626 he signed as a member of the Roman Academy of St. Luke and in 1631 as a knight of the Papal Order of Christ, although he always retained his Spanish identity.

The whole of Ribera’s surviving work appears to belong to the period after he settled in Naples. His large production comprises mainly religious compositions, along with a number of classical and genre subjects and a few portraits.
He did much work for the Spanish viceroys, by whom many of his paintings were sent to Spain.
He was also employed by the Roman Catholic Church and had numerous private patrons of various nationalities. His paintings were widely imitated and copied in Spain.
From 1621 onward there are numerous signed, dated, and documented works from Ribera’s hand.


Ribera’s paintings are austere or gloomy in mood and can be rather dramatic in their presentation. The chief elements of Ribera’s style, tenebrism (dramatic use of light and shadow) and naturalism, are used to emphasize the mental and physical suffering of penitent or martyred saints or tortured gods.
Realistic detail, often horrific, is accentuated by means of coarse brush marks on thick pigment to represent wrinkles, beards, and flesh wounds.

Ribera’s technique is characterized by sensitivity of outline and the sureness with which he rendered the changes from brilliant light to darkest shadow.
In addition to paintings, Ribera was one of the few 17th-century Spanish artists to produce numerous drawings, and his etchings were among the finest produced in Italy and Spain during the Baroque period. | © Encyclopædia Britannica, Inc.











Jusepe de Ribera, conosciuto anche come José de Ribera o col soprannome Spagnoletto (Xàtiva, 17 febbraio 1591 - Napoli, 2 settembre 1652), è stato un pittore Spagnolo, attivo principalmente a Napoli.
Fu uno dei massimi protagonisti della pittura europea del XVII secolo ed uno dei più rilevanti pittori che seguirono il filone del caravaggismo. Assieme ad altri pittori dell'epoca, su tutti Luca Giordano, Massimo Stanzione, Mattia Preti, Bernardo Cavallino e Battistello Caracciolo, fu uno dei più importanti esponenti della pittura napoletana seicentesca.
Il soprannome Spagnoletto, diffuso in Italia (nel secolo successivo fu anche il soprannome di un altro pittore, il Crespi), derivava dalla sua bassa statura.

Gli inizi

Nato a Xàtiva, vicino Valencia, nel 1591 da Simón de Ribera (calzolaio) e Margarita Cucó e fratello di Juan (pittore anch'egli), iniziò probabilmente l'apprendistato con Francisco Ribalta che nella città valenziana aveva una frequentata “bottega”.

Ben presto però il de Ribera avvertì la necessità di andare in Italia, da sempre patria della grande pittura e di muoversi sulle orme di Caravaggio.
Iniziò così nel 1611 il suo viaggio, prima al settentrione, da Cremona a Milano e a Parma sino a giungere a Roma dove l'artista entra in contatto con la pittura di Guido Reni e di Annibale Carracci. Infine, molto probabilmente, raggiunse il sud Italia e si recò a Gallipoli dimorando nell'antico palazzo Assanti-Aragona (oggi conosciuto come Palazzo Gallo).
Ma per trovare le tracce più consistenti, quelle del periodo più tragico ed intenso del Caravaggio bisognava andare a Napoli.
Le prime opere del Ribera documentate e certe riguardano le tele sui cinque sensi che oggi sono sparse in quattro musei stranieri e che rappresentano il passaggio di Ribera da Roma a Napoli.



Sempre con riferimento ai giovanili anni romani del Ribera è stata di recente avanzata l’ipotesi che in lui possa essere identificato il Maestro del Giudizio di Salomone, anonima personalità artistica identificata da Roberto Longhi (che pensava si trattasse di un pittore francese) sulla base di serie di opere collegabili al Giudizio di Salomone della Galleria Borghese. L’ipotesi che pur ha ottenuto autorevoli condivisioni non è unanimemente accettata.

A Napoli

Nell'estate del 1616 lo Spagnoletto sbarca all'ombra del Vesuvio. Si trasferisce subito in casa dell'anziano pittore dei Quartieri Spagnoli Giovanni Bernardino Azzolino e dopo appena tre mesi, de Ribera sposa Caterina, la figlia sedicenne di quest'ultimo, da cui avrà sei figli.
Le prime opere del pittore nella città partenopea vedono la riproduzione in due periodi distinti dei dodici apostoli e del Cristo flagellato, tutte opere conservate oggi nella quadreria dei Girolamini. Tuttavia oggi rimangono solo tre tele del primo nucleo risalente al 1616 (San Pietro, San Paolo e San Giacomo Maggiore), mentre altre due risalgono al secondo gruppo eseguito qualche anno dopo (Sant'Andrea e Flagellazione di Gesù).
Sempre di questo periodo fanno parte le tele realizzate per il viceré Duca di Osuna: San Girolamo e l'angelo, San Paolo penitente, San Sebastiano, Crocifissione ed il Martirio di San Bartolomeo (tutte del 1620).

In pochi anni lo Spagnoletto acquista una fama europea facendo uso della tragicità del Caravaggio, suo punto di forza. Inizia anche un'intensa produzione che non lo mantiene lontano dalla sua Spagna, dove comunque continuava a spedire opere.
Il tema pittorico si fa più crudo e realistico e nascono così opere come il Sileno ebbro, 1626, oggi al museo nazionale di Capodimonte ed Il Martirio di Sant'Andrea, 1628, al Szépművészeti Múzeum di Budapest, solo per citarne alcune. Si accende in quel periodo la rivalità tra lui e l'altro grande protagonista del seicento napoletano, Massimo Stanzione.


Negli anni Trenta subì l'influenza di artisti come Antoon van Dyck** e Guido Reni e perfezionò il suo stile.
Eseguì in questi anni capolavori assoluti ospitati oggi in diversi musei nel mondo.
Dall'Adorazione dei Pastori del Louvre al Matrimonio mistico di Santa Caterina conservato al Metropolitan Museum of Art, o alle opere al museo nazionale di Capodimonte, a quelle di San Pietroburgo o a quelle del Prado. Il decennio che va dagli anni trenta fino ai quaranta fu il più prolifico per il Ribera.
Compose in questo periodo essenzialmente temi religiosi: la Sacra Famiglia con i santi Bruno, Bernardino da Siena, Bonaventura ed Elia (1632-1635) al Palazzo reale di Napoli, la Pietà al museo nazionale di San Martino, il Martirio di San Bartolomeo (1639) e il Martirio di San Filippo (1639) entrambe al Prado di Madrid.
Non tralasciò anche opere profane, come le figure dei filosofi o la Maddalena Ventura con il marito e il figlio (1631). A Pozzuoli presso la Cattedrale di San Procolo è conservato il dipinto Sant'Ignazio da Loyola e San Francesco Saverio.

A Napoli, il pittore si impegnò nella monumentale opera di decorazione della Certosa di San Martino, portata a compimento in cinque anni (1638-1643). Per il luogo di culto partenopeo, Ribera aveva già dipinto la Pietà nel 1637. Nel 1638, sempre per la Certosa, gli fu commissionato il dipinto Comunione degli apostoli, terminato tredici anni più tardi e caratterizzato da un approfondimento psicologico dei personaggi.



Gli ultimi anni

L'ultima parte della sua vita è segnata tragicamente dalla malattia che di fatto riduce drasticamente il numero di opere eseguite. Gli anni 40 sono segnati da un ritorno alla sua prima fase compositiva, tenebrosa e cupa, abbandonando le luci assimilate dal Reni.
In questo periodo fu maestro di Luca Giordano e fu oggetto di scandalo secondo cui una figlia del Ribera intratteneva una relazione illecita con don Giovanni d'Austria.
Tra le opere composte in quest'ultima fase si ricordano: la Testa del Battista (1646) e Santa Maria Egiziaca (1651), entrambe al museo civico Gaetano Filangieri, il San Girolamo scrivente (1651) alla Museo nazionale di Capodimonte, o il San Girolamo penitente al museo del Prado.

Jusepe de Ribera morì nel 1652 e fu sepolto, come confermato dai documenti, nella chiesa di Santa Maria del Parto a Mergellina, nell'omonimo quartiere di Napoli. A causa dei rimaneggiamenti apportati alla chiesa, tuttavia, dei suoi resti oggi non è rimasta traccia.
Nel 1966 è stato girato il documentario Ribera (El Españoleto) di Jesús Fernández Santos. | © Wikipedia