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Leonardo da Vinci | Adoration of the Magi, 1482

Current location: The Uffizi Gallery🎨
Collection: Painting
Location: Room 35
Technique: Drawing in charcoal, watercolour ink and oil on wood
Size: 244 x 240 cm
Inventory: Inv. 1890 n. 1594

A document from July 1481 states that Leonardo da Vinci🎨 had received a commission from the Augustinian monks to paint a panel for the high altar in the church of San Donato in Scopeto, outside Florence’s city walls.
The painting, which Leonardo undertook to finish within 30 months, had the Adoration of the Magi as its subject, i.e., the celebration of the feast of the Epiphany when, according to St Augustine, all people respond to the call of Christ.
For this subject, Leonardo studied an extremely complex composition, rich with figures, set out in a semi-circle, with the Virgin and Child as the focus. In the foreground, the kneeling Magi offer their gifts of gold, frankincense and myrrh to Jesus.
Leonardo has painted a background with ruined buildings and clashes between knights on horseback, while on the left, we can see work on a building, perhaps a temple, with in the foreground, two flights of stairs, like the presbytery of several Mediaeval churches (San Miniato al Monte in Florence, for example).





The temple, which alludes to peace, contrasts with the upset of the fighting horses on the other side. In September 1481, Leonardo was still working on the painting, but later he left Florence for the court of Ludovico Sforza in Milan, interrupting the painting he was producing for the church of San Donato in Scopeto.
The Augustinian friars waited in vain for the artist to return and to complete his painting, until they decided to commission another altarpiece with the Adoration of the Magi from Filippino Lippi, which was completed in 1496.
Leonardo’s Adoration of the Magi is therefore a painting that is suspended in execution to an initial level of a rough sketch. Leonardo took the development of the work to different stages: some of the characters are barely sketched out, while others, as if to grasp an idea, are more finished. The sky consists of a white lead base coat and lapis lazuli. | © The Uffizi Gallery








Un documento del luglio 1481 attesta che Leonardo da Vinci🎨 aveva ricevuto dai Canonici regolari di Sant’ Agostino l’incarico di dipingere la tavola dell’altare maggiore della chiesa di San Donato a Scopeto, situata fuori dalla cerchia muraria di Firenze.
Il dipinto, che Leonardo si impegnava a completare entro 30 mesi, aveva come tema l’Adorazione dei Magi, cioè la celebrazione della festa dell’Epifania in cui, secondo Sant’ Agostino, tutti i popoli rispondono alla chiamata di Cristo.
Per questo tema Leonardo studiò una composizione molto complessa, ricca di figure, articolata in un semicerchio che ha per fulcro la Vergine col Bambino.
Davanti si inginocchiano i Magi, che portano in dono a Gesù oro, incenso e mirra.
Leonardo dipinge un fondale in cui s’avvicendano architetture rovinose, scontri di cavalli e cavalieri; a sinistra è raffigurata la costruzione di un edificio, forse un tempio, preceduto da due rampe di scale come il presbiterio di alcune chiese medievali (ad esempio San Miniato al Monte a Firenze).
Il tempio, che allude alla pace, si contrappone alla turba di cavalieri in battaglia rappresentata sul lato opposto.
Nel settembre del 1481 Leonardo stava ancora lavorando al dipinto, ma pochi mesi più tardi il pittore lasciò Firenze per recarsi a Milano, alla corte di Ludovico il Moro, interrompendo l’esecuzione del dipinto per la chiesa di San Donato a Scopeto.
Inutilmente gli agostiniani attesero che il pittore tornasse per ultimare il dipinto, fino a che decisero di affidare l’esecuzione di una nuova pala d’altare con l’Adorazione dei Magi a Filippino Lippi, ultimata nel 1496.


L’Adorazione dei Magi di Leonardo è dunque un dipinto sospeso nella sua esecuzione a un primo livello di abbozzo.
Il maestro portò l’elaborazione dell’opera a stadi diversi: alcuni personaggi sono appena delineati, come per fermare un’idea, altri sono più rifiniti.
Il cielo è costituito da una stesura a base di bianco di piombo e lapislazzulo. | © Le Gallerie degli Uffizi