Luciano Ventrone, pittore italiano, nasce a Roma. All'età di quattro anni viene ospitato in Danimarca da Metha Petersen, donna benestante ma soprattutto amorevole. Lo ricopre di cure e doni: fra le altre cose, gli regalerà una scatola di colori... quegli stessi colori che avrebbero segnato il suo futuro.
Tornato in Italia dopo aver completato gli studi di base, sarà costretto, a causa delle non agiate condizioni familiari, a cimentarsi in vari mestieri che gli permetteranno però, nel 1960, di frequentare il Liceo Artistico di Roma. Dopo il diploma conseguito nel 1964, si iscrive alla facoltà di Architettura che frequenterà sino al 1968; in quell'anno, dopo aver partecipato ai moti studenteschi, decide di abbandonare gli studi per dedicarsi interamente alla pittura che non solo non ha mai ha
abbandonato ma che da tempo sono diventati fonte dei suoi unici guadagni. Collabora, con i suoi disegni dal vero, alla stesura del testo universitario Sistema nervoso centrale di anatomia umana normale del Prof. Gastone Lambertini, docente dell'università Cattolica di Roma. Affronta tutti i temi dell'arte contemporanea sino ad approdare al "realismo". Nel 1983 un articolo scritto da Antonello Trombadori su "L'Europeo" induce lo storico dell'arte Federico Zeri ad interessarsi dell'artista
suggerendogli di affrontare il tema delle nature morte. E' qui che inizia la lunga e ancora non completa ricerca sui vari aspetti della natura, catturando particolari sempre più dettagliati e quasi invisibili ad "occhi bombardati da milioni di immagini" quali sono quelli degli uomini della nostra epoca.