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Lorenzo Bartolini | The Nymph Arnina, 1825

For the first time ever, the original marble The Nymph Arnina by Lorenzo Bartolini (1777-1850), was exposed to the public for the first time on 18 November until February 8th 2015, accompanied by his beautiful plaster cast, owned by the Academy Gallery, returned after being deposited for a few decades at the Civic Museum of Prato, and together with some documents aimed to evoke the complex history of the work that Bartolini, in this version, shows the dedication to Giovanni degli Alessandri, leading figure in the cultural life of the early nineteenth century Florentine.



The marble and chalk lead the dedication of Lorenzo Bartolini John Alessandri, President of the Academy of Fine Arts, which the sculptor turned in 1825 in hopes of getting the Chair of Sculpture then vacante.

Bartolini, however, was in deep conflict with the academic Florentine poorly tolerating the rigid approach of teaching, although he was now considered as one of the most important sculptors of the time, failed to get this assignment that was given instead to Stefano Ricci, Neoclassical sculptor of lesser known but well integrated in the academic.

Only in 1839 Bartolini had the desired academic appointment as Professor of Sculpture and friend Vittorio Fossombroni, distinguished scientist and minister of the Grand Duchy of Tuscany, dedicated a sonnet. Bartolini said friend is in rhyme, both with a portrait.




Nel 1825 lo scultore Lorenzo Bartolini (1777-1850) scolpì la ninfa Arnina e la dedicò all’allora direttore della Galleria degli Uffizi e presidente dell’Accademia delle Belle Arti Giovanni degli Alessandri.

La speranza di Bartolini era di ottenere la cattedra di scultura, all’epoca vacante, presso l’Accademia.
Sicuramente Degli Alessandri, grazie al suo peso nella vita culturale fiorentina, avrebbe potuto influire sulla decisione.


Bartolini, nato nel 1777, allora aveva 48 anni, la sua carriera, iniziata Firenze, lo aveva visto giovanissimo a Parigi.
Qui nel 1805 aveva fuso un gigantesco busto di Napoleone, oggi al Louvre, che fu molto apprezzato dal Bonaparte.
Grazie alla sua protezione, e alla fiducia accordatagli dalla sorella di questi Elisa Baciocchi, Bartolini aveva ottenuto nel 1807 la direzione della scuola di scultura dell’Accademia di Carrara.


La grande fortuna riscossa nel periodo napoleonico non gli spianarono però la strada verso il riconoscimento accademico in patria.
Trasferitosi a Firenze dopo la caduta di Napoleone incontrò una forte ostilità, sia a causa delle sue idee di acceso bonapartista, che per la continua vena polemica che accompagnava le sue posizioni.
Rifiutato dall’ambiente accademico lavorava per lo più per i ricchi committenti stranieri realizzando soprattutto busti che ricevevano un alto apprezzamento.


Desideroso tuttavia di vedersi riconosciuto anche al livello ufficiale, Bartolini nel 1825 scolpì la delicatissima Ninfa d’Arno, detta Arnina, perfetta nella sua naturalezza espressiva, ma fuori dai canoni accademici che continuavano a copiare pedissequamente i modelli antichi.

La Ninfa Arnina è l’inno a quel “bello naturale” che il Bartolini intendeva essere il principale scopo della creazione artistica. L’Arnina, una delle prime sculture a figura intere realizzate dopo il rientro a Firenze, è considerata una delle sue più belle e riuscite creazione ed é sicuramente eccelsa per la naturalezza del gesto e dell’espressione accompagnate da una pur studiatissima composizione.


La bellezza dell’Arnina tuttavia non convinse i membri dell’Accademia e la cattedra di scultura fu assegnata a Stefano Ricci, artista neoclassico, assolutamente conforme al gusto tradizionale e ben integrato nell’ambito accademico.
Bartolini ebbe la sua rivincita solo nel 1839 quando a sessantadue anni finalmente ottenne il riconoscimento accademico con la nomina a professore di Scultura.

Ricorda il suo allievo Dupré che “prese possesso delle scuola a modo di conquistatore. Bandì lo studio delle statue, e restrinse tutto il sistema dell’insegnamento alla sola imitazione della natura..”
L’Arnina fu, dopo il 1825, replicata in diverse copie dal Rocchi, scultore carrarese, collaboratore di Bartolini, a tale scopo fu preparato un modello di gesso.


Il ritrovamento

Nonostante le diverse versioni in marmo documentate, il destino dell’Arnina, e delle sue “sorelle” in marmo è stato travagliato, tanto che si erano perdute le tracce di tutti gli esemplari.
La statua in marmo raffigurante La Ninfa Arnina è stata al centro di una pregevole mostra presso la Galleria dell'Accademia di Firenze dal 21 novembre del 2014 al 2 agosto del 2015.

L'opera, di preziosa fattura, rinvenuta in una collezione privata dallo studioso John Kenworthy-Browne, è stata esposta per la prima volta al pubblico.
Insieme al marmo si è potuto ammirare anche il suo bellissimo calco in gesso, appartenente alla Galleria dell'Accademia stessa. Il marmo, realizzato da Lorenzo Bartolini, riporta una dedica a Giovanni degli Alessandri, celebre personaggio del primo Ottocento nella vita culturale di Firenze.