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Giuseppe Faraone, 1954 | Impressionist painter

Born in Picerno (Potenza), Giuseppe Faraone attended the Art School of Potenza, before moving to San Donato Milanese on the outskirts of Milan, where he still lives and works.
Here he started his relentless pursuit of a variety of drawing techniques and the use of colors.
He understands the art of painting, having perfected his talent in Italy and abroad.
Faraone fined tuned his skills in the Impressionist style by painting in the same places where French Impressionism was born.



The scenes depicted in his works of art are many, but in particular, he focuses on the stunning views of Milan.
Unlike the French Impressionists, who represented a satisfied and happy society, in the paintings of Faraone we find the Milan that works, where everything is moving.

The water is ubiquitous: it flows in the Navigli canals, it wets the city streets, it falls in the windows of the Milanese trams.
The artist represents a series of water reflections, giving the scene chromatic rhythms of particular intensity.

Giuseppe Faraone has exhibited in several solo and group exhibitions, including the Venice Biennale, the Spoleto Festival of the Two Worlds, the Ursula Petrone Petrofil Gallery, the Lega del Filo d’Oro, and at various exhibitions of the Grand Gala of Modern Art.
Reviews of Faraone have been published in many major Art magazines, including the monthly "Arte" of Mondadori.
He has also won many awards in painting competitions, and his paintings are appreciated by collectors around the world.
Currently Faraone paints and exhibits in his studio workshop, La Tana dell'Arte, in San Donato Milanese, via Ticino, 3.



















Il pittore Italiano Giuseppe Faraone, originario della provincia di Potenza, abita ed opera da molti anni a San Donato Milanese e conosce la pittura a 360 gradi, avendo perfezionato il suo percorso artistico in Italia ed all'estero.

Dopo gli studi accademici ha iniziato il percorso di verifica della pittura impressionista, dipingendo negli stessi luoghi in cui l’Impressionismo francese è nato e arricchendo il suo bagaglio di informazioni che vanno al di là dei dettami della poetica impressionista; in particolare ha potuto verificare l’incidenza del luogo in cui nasce un quadro e la misura in cui il pittore ne resta influenzato, spesso fuori dalla sua consapevole scelta.




Il percorso impressionista di Faraone si è ampliato analizzando anche le opere dei pittori della Scapigliatura milanese, prodotte in concomitanza con l’Impressionismo francese, e quelle dei Macchiaioli toscani.
Il risultato è visibile nelle sue opere e sicuramente godibile: una tavolozza cromatica importate, in cui anche i colori complementari giocano la loro parte per conferire brillantezza e armonia di vibrazioni.
Le scene rappresentate sono molteplici, ma in particolare sono scorci di Milano in cui si muovono i tram della seconda metà del Novecento, con i colori che la nostra memoria conosce.
A differenza degli impressionisti francesi che rappresentavano una società appagata e forse contenta, in Faraone troviamo la Milano che lavora, dove tutto è movimento.


L’acqua è l’elemento onnipresente, sia che scorra nei navigli, sia che bagni le vie della città conferendo una serie di riflessi che l’artista ci restituisce conferendo alla scena ritmi cromatici di particolare intensità.
Giuseppe Faraone nella sua ricerca ha praticato anche l’Espressionismo - e secondo me non l’ha abbandonato del tutto - possiamo notarlo in alcuni quadri in cui l’artista fa uso della pennellata lunga, deforma gli elementi strutturali, che prende solo a pretesto, e affida il fine della sua ricerca non alla interazione ambientale bensì all'accostamento cromatico.


Non penso di trovarmi fuori dal seminato, tanto più che lo stesso pittore in un pieghevole presente in sala dichiara che la sua pittura “non vuole essere necessariamente né gioiosa né esteticamente bella, ma solo la cronaca delle mie emozioni”.
Questa affermazione riconduce alla poetica espressionista, in base alla quale per il pittore esistono solo i colori, indipendentemente da ciò che egli rappresenta e che volutamente spesso deforma, conferendo al quadro solo valore psicologico. | di Benedetto Di Pietro



"I colori da soli non dicono nulla, è l'artista che li anima mescolandoli insieme al suo stato d'animo. Cosi nasce la pittura che non deve essere necessariamente ne gioiosa ne esteticamente bella, ma solo la cronaca delle tue emozioni. Questa è la mia Arte" - Giuseppe Faraone