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Eugène Delaplanche | Naturalist sculptor

Eugène Delaplanche (28 February 1836 - 10 January 1891) was a French sculptor, born at Belleville, Seine.
He was a pupil of the neoclassical sculptor Francisque Joseph Duret (French, 1804-1865), gained the Prix de Rome in 1864 (spending 1864-67 at the Villa Medici in Rome), and the medal of honor° in 1878.


His "Messenger of Love" (1874), "Aurora" (1878), and the "Virgin of the Lillies" (1884), are in the Luxembourg.

Other works by him are:

"Music" (1878, Paris Opera House), called his masterpiece; "Eve After the Fall" (1869); "Maternal Instruction" (1875, Square of Sainte-Clothilde, Paris); and the statues of "Security" and "Commerce" (1884) in the Hôtel de Ville, Paris (replicas in the Chicago Art Institute).

He is also noted for his decorations in relief on vases of Haviland faience.
His best work is naturalistic, but at the same time dignified and simple in line, and shows sound mastery of technique.
He is represented by 15 works in the Glyptothek, Copenhagen, and in many other French museums and in churches.



















Eugène Delaplanche (28 febbraio 1836 - 10 gennaio 1891) è stato uno scultore Francese*, nato a Belleville, Seine.
Fu allievo di Duret, ha guadagnato il Prix de Rome nel 1864 (spesa 1864-1867 presso la Villa Medici a Roma), e la medaglia d’onore* nel 1878 la sua “Messaggero d’amore” (1874), “Aurora” (1878), e la “Vergine del Lillies” (1884), sono in Lussemburgo.

Altre opere di lui sono:
Music” (1878, Teatro dell’Opera di Parigi), considerato il suo capolavoro, “Eve After the Fall” (1869); “Istruzione materna” (1875, Piazza di Sainte-Clotilde, Parigi); e le statue della “Sicurezza” e “Commercio” (1884) a l’Hôtel de Ville, Parigi (repliche presso l’Istituto d’Arte di Chicago).
Egli è anche noto per le sue decorazioni in rilievo su vasi di ceramica Haviland.
La sua opera è naturalistica, ma allo stesso tempo degna e semplice in linea, e mostra solida padronanza della tecnica. Egli è rappresentato da 15 opere nel Glyptothek, Copenhagen, ed in molti altri musei francesi e nelle chiese.



Vierge au lys [Vergine con il giglio]
1878
Statua di marmo
Cm 199,8 x 60 x 31

La dolcezza domina la Vergine con il giglio di Delaplanche: impercettibile movimento del corpo appoggiato delicatamente sulla gamba sinistra, ampio mantello posto a coprire il capo, inclinazione del viso che offre alla luce superfici modellate in mezzatinta ed infine, espressione solenne priva di affettazione.

A detta di un critico: "Questa Vergine con il giglio, è un'opera raffinata, di sensibilità mistica, Fra Angelico non ha sognato nulla di più puro e Donatello non ha realizzato niente di più immacolato".
La delicatezza che contraddistingue la lavorazione delle pieghe e della materia fanno di questa figura un modello etereo ma che non schiva né la presenza del corpo, né una certa dimensione onirica, al punto che alcuni contemporanei le attribuiscono un'espressione di abbattimento, di torpore o di disillusione.


Artista dal talento versatile ed eclettico, Delaplanche fu particolarmente apprezzato durante il Secondo Impero.
Tuttavia, mentre l'epoca di Napoleone III è dominata dal sensismo, dall'abbondanza delle forme e dallo studio del movimento, Delaplanche e il gruppo di giovani scultori ai quali è legato si tengono in disparte da questa cultura.
Il profondo interesse che questi artisti nutrono nei confronti della grazia fiorentina si manifesta negli effetti ricavati dai giochi di inquadrature e di drappeggi e che, nel caso della Vergine con il giglio, crea una figura che abbina l'unità espressiva ad una sensibilità poetica.

Nella maggior parte di questi artisti, il rifiuto della teoria si unisce ad un attaccamento alle composizioni dotte, all'avversione sia verso i dogmi scolastici sia verso il realismo ma anche ad una fede incrollabile nell'importanza del soggetto.

Esposta al Salon del 1878, dove ottenne una medaglia d'onore°, la Vergine con il giglio fu anche presentata al museo del Luxembourg che all'epoca ospitava opere di artisti viventi e alla mostra decennale dell'Esposizione universale del 1889. | © Musée d'Orsay