A leader of the Ferrara School of painting from the Renaissance, Dossi is well known for his enigmatic allegorical style.
Born Giovanni di Niccoló de Luteri in Tramuschio di Mirandola. Dossi’s father worked as a land agent, or bursar for the Este family, under their court in Ferrara; they would later become Dossi’s patrons.
It is said that he trained early on with Lorenzo Costa (1460-1535), also of the School of Ferrara painters. Though part of Costa’s influence was also important to the Bolognese school of painting.
Finding a long-standing patronage under the cultured Este family of Ferrara, including the courts of Duke Alfonso d’Este (1476-1534) and his son, Duke Ercole II d’Este (1508-1559), Dossi was one of their leading Ferrarese painters.
This was among some of the period’s greatest artists, including Raphael🎨 (1483-1520), Giovanni Bellini🎨 (1430-1516) and Titian🎨 (1485-1576).
In fact, Dossi’s piece, Aeneas in the Elysian Fields, was part of the Duke’s Camerino d'Alabstro, a canvas piece which also includes works from Titian and Bellini. Dossi also worked alongside artists such as Benevenuto Tisi, called Il Garofalo🎨 (1481-1559).
He often times collaborated with his brother, Battista Dossi (1497-1548), who had trained under Raphael in Rome.
Part of Dossi’s creative endeavors under Alfonso’s court included elaborate collaborations with the court poet, Ludovico Ariosto (1474-1533).
While Dossi painted a number of allegorical mythology pieces, frescos and portraits, he is highly regarded for his pastoral landscape works.
These pieces were said to carry the influence of the Romantic Venetian landscape painters, like Titian and Giorgione (1477-1510).
His unusually creative style seen in his mythological pieces carried no less weight in his landscapes, in which he implored an almost magical use of light.
His allegorical pieces have been described as “spezzatura”, an Italian term that embodies the art of making great difficulty look easy.
This is seen in his unconventional postures and positioning of caricature-like figures in highly complex compositions.
A strong example of such work is seen in his 1524 piece, Mythological Scene, which contains thematic elements that still puzzle scholars and critics, now in the J. Paul Getty Museum in Los Angeles.
His religious based works are equally complex, including another 1520s piece now in the Uffizi Gallery, The Virgin Appearing to Saints John the Baptist and John the Evangelist. That work was originally painted for the Duomo of Codigoro and accompanies the Uffizi’s other Dossi piece, Portrait of a Warrior.
While this last piece may seem a traditional portrait style, the Warrior’s gaze evokes the spezzatura technique, of which is strong within portrait work of artists like Leonardo da Vinci (1452-1519).
Dossi implored a distinct choice of coloring for his works, emblematic of Titian’s boldness, and suggestive of Correggio’s (1489-1534) vivacity.
He trained several other painters, including, Giovanni Francesco Surchi, called Il Dielai, Gabrieale Capellini and Jacopo Panicciati. His works are in collections throughout cities such as, Florence, New York, Los Angeles, Dresden and Kraków, among others. | © Uffizi Gallery, Florence
Dosso Dossi fu uno dei maggiori pittori del Rinascimento a Ferrara, ed è noto per il suo stile enigmatico e allegorico. Il suo nome di battesimo era Giovanni di Niccolò Luteri, e nacque a Tramuschio.
Suo padre lavorava come tesoriere per le terre della famiglia estense, presso la loro corte di Ferrara. Successivamente, gli Este furono mecenati di Dossi.
Pare che si formò presso Lorenzo Costa (1460-1535), anche lui della scuola ferrarese, ma che ebbe influenza anche sui bolognesi.
Lavorò a lungo per gli Este a Ferrara, presso la corte del duca Alfonso (1476-1534) e quella di suo figlio, il duca Ercole II (1508-1559), raggiungendo un posto di rilievo tra i pittori ferraresi.
Era un'epoca di grandi artisti, come Raffaello🎨 (1483-1520), Giovanni Bellini🎨 (1430-1516) e Tiziano🎨 (1485-1576).
Infatti una delle sue tele per il Camerino d'Alabastro del duca, Enea e Acate sulle coste libiche, figurava accanto a opere di Tiziano e Bellini.
Dossi lavorò anche vicino ad artisti come Benvenuto Tisi, chiamato il Garofalo (1481-1559). Spesso collaborò con suo fratello, Battista Dossi (1497-1548), che si era formato a Roma presso Raffaello. Parte delle sue opere realizzate per la corte di Alfonso nacquero dalla collaborazione con il poeta di corte, Ludovico Ariosto (1474-1533).
Dosso Dossi realizzò numerose opere allegoriche a carattere mitologico, affreschi e ritratti, ma è molto apprezzato anche per i suoi paesaggi pastorali. Queste opere rivelano l'influenza dei paesaggisti veneziani, come Tiziano e Giorgione🎨 (1477-1510).
Il suo stile creativo ed insolito caratterizza non solo le opere mitologiche, ma anche i suoi paesaggi, che hanno una luce quasi magica.
I quadri allegorici sono stati definiti tramite il termine "spezzatura", a significare un'apparente facilità che cela invece una composizione complicata. Lo si può notare dalle posture non convenzionali delle figure, che risultano quasi satiriche nell'aspetto e inserite in composizioni complesse.
Un esempio è rappresentato da Pan e la ninfa, un'opera del 1524, che ancora oggi disorienta studiosi e critici, ed è esposta al J. Paul Getty Museum di Los Angeles.
Anche le sue opere religiose sono complesse, e tra queste figura un pezzo degli anni Venti del Cinquecento, ora alla Galleria degli Uffizi, l'Apparizione della Madonna col Bambino ai santi Giovanni Battista ed Evangelista.
In origine, il dipinto era stato realizzato per il duomo di Codigoro e ora accompagna l'altra opera di Dossi presente agli Uffizi, il Ritratto di guerriero.
Anche se può sembrare un ritratto tradizionale, lo sguardo fisso del guerriero riprende la tecnica della spezzatura, presente nei ritratti di altri artisti come Leonardo da Vinci (1452-1519).
Dossi faceva scelte distinte per i colori, tra l'audacia di Tiziano e le suggestioni vivaci del Correggio (1489-1534).
Presso di lui si formarono molti artisti. Tra questi, Giovanni Francesco Surchi, chiamato il Dielai, Gabriele Capellini e Jacopo Panicciati. La sua collezione è sparsa tra numerose città, tra cui Firenze, New York, Los Angeles, Dresda e Cracovia. | © Uffizi Gallery, Florence