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Ulvi Liegi (1858-1939) | Macchiaioli painter


Ulvi Liegi, Italian printmaker; painter, draughtsman, also known as, Liegi, Ulvi; Levi, Luigi - born in Livorno, trained and worked in Florence.
From a well to do family of Jewish bankers, Luigi Mosè Levi took the name Ulvi Liegi as an artist. He studied with Adolfo Tommasi, Carlo Markò and Giuseppe Ciranfi at the Accademia dei Belle Arti in Florence.


Liegi was a frequent visitor to Fattori's studio in the early 1880s, commissioned one of that artist's finest paintings 'Ploughing', which was exhibited in Florence in 1882 and assembled a fine collection of his pictures.
Signorini, who encouraged him to paint out of doors, was the most significant influence on his early work.
Liegi went to Paris in 1886 and became acquainted with the Impressionists.
He also crossed the Channel where he met Whistler🎨 and studied the work of the Pre-Raphaelites.
In 1895 Liegi settled in Florence, becoming a close friend of Fattori🎨 and joining the circle of artists and writers who frequented the Caffè Michelangiolo.


The colours in his paintings of the Tuscan landscape became higher in key after his visit to France, and some have seen in his work the influence of the Pont Aven school.
In the latter part of his career Liegi turned to Jewish subjects and organized a museum of Judaica.
He also devoted much of his time to the promotion of Livornese art through the Gruppo Labronico, of which he was elected president for life in 1920.
His birth date is sometimes given as 1859, but according to the 2015 edition of De Gruyter he was born 11 October 1858. | © British Museum














Ulvi Liegi (Livorno, 1858-1939) anagramma di Luigi Moisé Levi, nasce da una benestante famiglia ebraica a Livorno, dove inizia a formarsi.
Dai primi anni ’80 è a Firenze, frequenta l’Accademia di Belle Arti, ma anche pittori "macchiaioli" come Giovanni Fattori, e dipinge dal vero.
Prosegue la formazione a Parigi (1886) e Londra, qui espone alla I Esposizione Italiana (Londra, 1888) e all’Esposizione Universale di Parigi (1889), ma il suo legame con Livorno si mantiene: nel 1886 è alla Prima esposizione di Belle Arti in Livorno ai Bagni Pancaldi.
Dopo un ulteriore periodo fiorentino (dal 1895) e un anno in alta Valsugana (1906), torna a Livorno nel 1908.
Qui frequenta il Caffè Bardi, ritrovo degli artisti dal 1909-1921, continua a esporre e ferma in molte opere scorci della sua città.


Vedute urbane e paesaggi caratterizzano tutto il suo percorso: i luoghi in cui ha vissuto sono descritti dapprima con rapide pennellate accostate, derivate da Fattori, poi con tocchi sempre più netti e corposi, colori puri dai toni squillanti e accesi, talvolta stridenti, e grande attenzione per la luce, come qui in Museo Il mercato centrale (1924) e L’interno della Sinagoga di Livorno (1935).
Dal 1921 è Presidente del "Gruppo Labronico", nato l’anno prima per raccogliere l’eredità di Fattori e Mario Puccini, da poco scomparso.
Dallo stesso anno espone alle Biennali romane (1921-25) e poi alla Biennale di Venezia (1928-36).
Nel 1932 il Comune di Livorno gli conferisce la medaglia d’oro per l’attività di promotore culturale.
Nonostante questo, muore in miseria e solitudine a 80 anni. | © Museo Civico Giovanni Fattori di Livorno