Amareggiato dalla virulenza delle critiche, nell'agosto del 1865 Manet decise di partire per la Spagna, patria di quel Velázquez che gli aveva ispirato così tanti quadri (a tal punto che iniziò a circolare il nomignolo «Don Manet y Courbetos y Zurbaran de las Batignolas»).
Dopo aver distrutto moltissime delle sue tele in un accesso di sconforto e di rabbia, l'artista si recò a Burgos, Valladolid e Madrid, ed al museo del Prado rimase incantato dai Velázquez (pittore che poté già ammirare de visu al museo spagnolo di Luigi Filippo) e dalla collezione dei dipinti antichi, italiani e nordici.
Il soggiorno spagnolo, d'altro canto, lo deluse, in quanto si rese conto di aver idealizzato troppo la Spagna, che sino ad allora era stato uno straripante repertorio di motivi (più volte dipinse scene legate alla corrida, senza d'altronde mai averne vista una).