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Oleg Supereco, 1974 | Symbolist / Renaissance style painter


Russian painter🎨 Oleg Supereco was born in Moscow. After finishing art school, Oleg enrolled in the Academy of Fine Arts in Moscow.
It was there that he met a pivotal figure in his artistic life; Ilya Glazunov, present rector of the Academy and one of the most important contemporary Russian painters🎨.


The old man saw something of a kindred spirit in young Oleg, who described him as "a fighter against the dark forces". By that he meant the "dark forces" of secularism and modernism in art.
"A great man, before whom you feel small. One of those people who happen along once every hundred years. He was perhaps the only one who understood me".
The two men shared a deep religious faith that bonded them.
"Painting is a prayer through which I communicate with the Lord and He communicates with me. I am only an instrument".





In 2004 he graduated at the Academy of Fine Arts in Venice, thanks to a scholarship. His assistant supervisor was Carlo Chenis, Secretary of Pontifical Commission for the Cultural Heritage of the Church, who commissioned him the decoration of Noto Cathedral dome.
Nowadays Oleg Supereco lives in Italy. Through his travels he follows the steps of all those foreign artists who visited the Italian Renaissance🎨 during the last centuries. East and West meet in Supereco’s production, finding in the Christian art his peculiar trait d’union.
Oleg Supereco has debuted his solo art exhibit "Nel segno del Sacro" at the Catania Diocesan Museum located in the city main square.
In 2007, Supereco, whose production has been hailed by some critics as the new Michelangelo🎨 and Raphael🎨, was commissioned to paint the frescoes of the dome of the Noto Cathedral which collapsed in 1996.






The Russian artist seemed to be one of the few contemporary painters able to work according to stylistic and technical canons of eighteenth-century Sicilian Baroque🎨.
He decided to retrieve and renew the "buon fresco", considered obsolete and suitable no more for vast surfaces. The spandrels host images of the four Evangelists, while the descent of the Holy Spirit during the Pentecost is represented at the centre of the dome. The dome has an area of about 300 square meters, a diameter of 12 meters and a height of 7.
Due to the colossal size, the painter worked on a scaffold of 32 meters, creating figures high 6 meters and a half. Supereco chose materials of very high quality. In order to ensure perspiration and elasticity, he applied pigments on a coat of plaster made of slaked lime. He paid great attention to "anamorphosis", a perspective deformation that allow a correct vision from the bottom.
The exhibition's itinerary within the Diocesan Museum offers visitors a synthesis of ancient and contemporary art.
Oleg Supereco’s production it’s divided into themes: sacred art, portrait and landscape paintings.
Another sector hosts the sketches and preparatory drawings of Noto Cathedral frescos.
Sacred art is about the main stories of the Gospel and Old Testament. The same love of sacredness spreads in the other works, from the Venetian landscape paintings🎨 to the portraits of strangers.

























Oleg Supereco🎨 (Mosca, 1974) è un pittore Russo🎨.
È oggi conosciuto come l'artista che ha recuperato, restituendole attualità e modernità, la vecchia tecnica dell'affresco, non più in uso dal XVIII secolo, per dipingere grandi superfici archivoltate.
Fin da bambino si innamora dell'arte classica: rimane particolarmente colpito dai volti delle icone e dai Maestri del Rinascimento italiano -soprattutto Michelangelo🎨 e Raffaello🎨.
Frequenta il Liceo artistico e l'Accademia di belle arti di Mosca, dove segue il corso di pittura del famoso maestro Ilja Glasunov, attuale rettore della prestigiosa istituzione.
Consegue la laurea nel 1999.
Grazie alla borsa di studio, lo stesso anno viene in Italia dove si iscrive all'Accademia di belle arti di Venezia e nel 2004 consegue nuovamente la laurea con il massimo dei voti, avendo come correlatore il Rev. Carlo Chenis.

Opere e mostre

Le sue opere si ispirano ad un realismo classico e simbolico, dove affiora una evidente ieraticità che fa pensare ad una sintesi della tradizione orientale con quella occidentale.
I soggetti preferiti sono le scene di ispirazione sacra, i ritratti e i paesaggi della Russia e dell'Italia, in particolare di Venezia🎨.
Ha al suo attivo numerose mostre personali e collettive in Italia e in Russia ed è presente su cataloghi e riviste d'arte contemporanea.
La prima esposizione personale in Italia è nel 2000. Con il maestro Prof. Maurizio Martelli realizza un affresco in una cappella a Bolgheri. Esegue inoltre due pale d'altare per la chiesa di Sant'Elena a Zerman (TV).
È stato invitato alle seguenti manifestazioni: "Giovani Artisti di-segnano il sacro" Museo Stauròs San Gabriele (2004), "Venite Adoremus" I e IV ed. Chiesa degli Artisti di Roma (2004-2007), 51ª Biennale di Venezia, padiglione dell'Arcidiocesi (2005).
La sua opera "Trittico dell'Uomo Perfetto" è stata presentata a Roma al Museo Canonica.
Una bella monografia gli è stata sponsorizzata dal Principe Sebastiano Von Fürstenberg, suo committente.
Dal 25 aprile al 25 maggio 2013 espone alcune sue opere tra le più significative presso il Museo Diocesano di Catania.
Il 10 maggio 2014 viene inaugurata a Noto, Collegio dei Gesuiti, la Personale dal titolo "Ars imago mundi", con il patrocinio del Consolato russo in Italia.

La cupola di San Nicolò a Noto

Nel 2007, su suggerimento di Mons. Carlo Chenis, allora vescovo di Civitavecchia-Tarquinia (segretario della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa e membro della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra) riceve l'incarico di eseguire con la tecnica dell'affresco le decorazioni della ricostruita cupola della cattedrale di Noto, andata distrutta con il crollo del 13 marzo 1996, per i danni strutturali riportati in seguito al terremoto di Santa Lucia del 1990.
I quattro evangelisti sui pennacchi e gli apostoli con Maria, nella Pentecoste rappresentata sulla cupola, sono raffigurati con corpi possenti e con fattezze che, pur rispecchiando l'iconografia tradizionale, sono attuali.
Il volere dell'artista è di farsi interprete della tradizione italiana del Rinascimento, da Michelangelo a Raffaello, ma l'esecuzione pittorica si traduce di fatto in un linguaggio pittorico che la critica ufficiale, con in testa Vittorio Sgarbi, associa piuttosto alla lezione ottocentesca dei Nazareni.
Di contro Francesco Buranelli scrive:
"La composizione risente di evidenti richiami agli stilemi cinquecenteschi, dai quali emerge, tuttavia, il forte carisma dell'artista e traspare il suo bagaglio pittorico nordico nella sacra austerità delle figure ammorbidite dai colori più propri di una tavolozza “mediterranea".


Recensioni

Il suo lavoro, scrive Chenis, è:
"disattento alle stagioni dell'arte contemporanea o, forse, attento all'attuale fluire di correnti in cui balugina la riconversione alla forma e alla tradizione".
I quattro Evangelisti, l'Assunta e gli Apostoli sono i soggetti che affronta nel grande affresco della cupola (oltre 350 m² di superficie pittorica)
"con uno sforzo anacronistico ed esemplare, con pulizia e misura e un impeccabile mestiere" - Vittorio Sgarbi, "Noto ritorna splendida", Panorama 17/2/2011.
Giulio Gasparotti:
"Le sue elaborazioni figurative ispirate ad un realismo classico con prestiti che si presentano come fenomeno di cultura, di apprendimento tecnico e di nuova estetica, collegano la pittura alla narrazione e alla storia sacra con una serie di variazioni sul tema in grado di richiamare lo spessore della storia e del tempo, il valore simbolico, l'armonia e l'integrità dell'immagine, la sua tradizione e gli ideali espressivi. ...a volte si scopre il disegno di Michelangelo, il colore di Tintoretto, la tornitura dei corpi di Caravaggio e la fusione della realtà del sacro con l'illusione del reale".