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André Derain | Portraits

André Derain (1880-1954) was a French painter, sculptor and co-founder of Fauvism with Henri Matisse 1869-1954.
Derain and Matisse worked together through the summer of 1905 in the Mediterranean village of Collioure and later that year displayed their highly innovative paintings at the Salon d'Automne.
The vivid, unnatural colors led the critic Louis Vauxcelles to derisively dub their works as les Fauves, or "the wild beasts", marking the start of the Fauve movement.



André Derain by Henri Matisse, 1905

In March 1906, the noted art dealer Ambroise Vollard sent Derain to London to compose a series of paintings with the city as subject.
In 30 paintings, Derain put forth a portrait of London that was radically different from anything done by previous painters of the city such as Whistler or Oscar Claude Monet 1840-1926. With bold colors and compositions, Derain painted multiple pictures of the Thames and Tower Bridge. These London paintings remain among his most popular work.

Art critic T.G Rosenthal: "Not since Oscar Claude Monet 1840-1926 has anyone made London seem so fresh and yet remain quintessentially English.
Some of his views of the Thames use the Pointillist technique of multiple dots, although by this time, because the dots have become much larger, it is rather more simply the separation of colours called Divisionism and it is peculiarly effective in conveying the fragmentation of colour in moving water in sunlight".



In 1907 art dealer Daniel-Henry Kahnweiler purchased Derain's entire studio, granting Derain financial stability.
He experimented with stone sculpture and moved to Montmartre to be near his friend Pablo Picasso and other noted artists.

Fernande Olivier, Picasso's mistress at the time, described Derain as: Slim, elegant, with a lively colour and enamelled black hair.
With an English chic, somewhat striking. Fancy waistcoats, ties in crude colours, red and green. Always a pipe in his mouth, phlegmatic, mocking, cold an arguer.


At Montmartre, Derain began to shift from the brilliant Fauvist palette to more muted tones, showing the influence of Cubism and Paul Cézanne.
According to Gertrude Stein, there is a tradition that Derain discovered and was influenced by African sculpture before the Cubists did.

Derain supplied woodcuts in primitivist style for an edition of Guillaume Apollinaire's first book of prose, L'enchanteur pourrissant 1909.
He displayed works at the Neue Künstlervereinigung in Munich in 1910, in 1912 at the secessionist Der Blaue Reiter and in 1913 at the seminal Armory Show in New York. He also illustrated a collection of poems by Max Jacob in 1912.


























André Derain (Chatou, 10 giugno 1880 - Garches, 8 settembre 1954) è stato un pittore Francese.
André Derain nasce a Chatou -Parigi nel 1880, da un’agiata famiglia borghese. Benché avviato dal padre agli studi di ingegneria, si iscrisse, nel 1898, all’Accademia Julian.
Nel 1899 conobbe Maurice de Vlaminck e, l’anno seguente, Henri Matisse: i due pittori lo convinsero a dedicarsi definitivamente alla pittura.
Da principio, influenzato da Vlaminck, dipinge lungo le rive della Senna paesaggi dai colori puri, non mescolati.


Nel 1905 espose al Salon d’Automne e al Salon des Indépendants, collocandosi tra i Fauves.
Ma già nelle prime opere, come L’Estaque, dai colori audaci, dai toni ardenti e raffinati, il pittore non aderiva perfettamente alla corrente fauve: uomo di cultura vasta e profonda, ammiratore delle opere dei grandi maestri antichi (di cui aveva eseguito varie copie), non poteva rinunciare a contenere l’esuberanza dei colori in un’armonia classica di composizione.
Per un periodo fu influenzato da Paul Gauguin; i suoi colori divennero così meno vivi.
Nel 1909 illustrò un libro di poesie di Guillaume Apollinaire; nel 1912 una raccolta di poemi di Max Jacob. Fornisce, nel 1916, le illustrazioni per il primo libro di André Breton; illustrò le favole di Jean de La Fontaine e il Satyricon di Petronio Arbitro.
Quando, nel 1910, andò a dipingere con Pablo Picasso, non aderì alle audaci tecniche del Cubismo.


Dal 1911, Derain ritorna a usare la prospettiva e il chiaroscuro, rendendo così la sua pittura più tradizionale. Un "ritorno all'ordine" ed un ritorno alle "forme classiche" simile a quello intrapreso in questo periodo da molti altri artisti europei, tra cui Gino Severini, Pablo Picasso dopo il suo viaggio in Italia, Giorgio De Chirico con la sua neonata metafisica, i movimenti Valori Plastici e Novecento in Italia e Nuova oggettività in Germania.

Dopo il 1911, influenzato dai primitivi francesi e dalla scultura africana, iniziò il periodo detto “gotico”, durante il quale dipinse quadri rappresentanti figure solenni e severe nature morte, quali “La cena” e “Il sabato”.
Successivamente al 1913 Derain si dedicò con passione ai quadri di figura, prima con gli autoritratti, poi con alcune scene di genere, infine con numerosi ritratti.
Negli anni del Dopoguerra, si schierò contro il proliferare di movimenti «antiartistici» come il Dadaismo e il Surrealismo.


Nel 1921 compì un viaggio a Roma e a Castel Gandolfo, sempre più interessandosi e studiando gli antichi pittori. In questo periodo, Derain si dedica soprattutto alle vedute di paesaggi e città.
Nel 1928 una sua tela, La caccia, ottenne il premio Carnegie.
Nel 1941 si reca in Germania; rifiutò inoltre la direzione della scuola nazionale superiore delle belle arti di Parigi, avviandosi volontariamente a una progressiva solitudine.
Ricordato anche per le sue attività di incisore, scenografo, costumista teatrale, scultore e ceramista, continuò a dipingere e a esporre con crescente successo internazionale fino alla morte, avvenuta a Garches nel settembre 1954 in un incidente d'auto.


Lo stile di Derain è fortemente influenzato, agli inizi del Novecento, dal Neo-impressionismo, in particolare dalle opere di Paul Cézanne e Vincent van Gogh.
Rispetto agli altri pittori fauve, Matisse e Vlaminck, Derain è più misurato, più luminoso, più sereno.
Semplifica la figura in modo meno antinaturalistico. La sua vasta produzione è spesso caratterizzata da un naturalismo che combina elementi tipici di Caravaggio.
Essendo più ragionato, tuttavia, non si distacca dall'estetica fauve: i colori caldi e freddi sono accostati in modo molto contrastante, stesi con pennellate larghe, pastose e libere.
Egli vuole usare la maggior quantità possibile di impasto cromatico steso a grosse pennellate ben visibili, per rendere meglio la forza degli accostamenti.